domenica 15 novembre 2015

Cosimina

- Come ti chiami?
- Cosimina.
- Scusa?
Me lo feci ripetere 7 volte. Non so se era perché parlasse velocemente o ero io che avevo il mio solito problema di dislessia, sta di fatto che, nella mia mente complessa, avevo capito Casamia. Aveva uno sguardo diverso, intenso, spalancato. Nei suoi occhi c’era qualcosa che roteava tra le pupille come una spirale, e tra i capelli sembrava spuntassero due piccole antenne. Non presi la premura di verificare per non essere scortese. L’unica cosa che compresi, nel suo modo di dire, era che le piaceva il reggae, tutto il resto lo persi velocemente. Quando se ne andò rimasi ipnotizzato, come se mi avesse carpito molte informazioni dal mio subconscio. Decisi di seguirla di nascosto come un bravo investigatore privato, affittando di fretta e furia, a buon prezzo, un impermeabile beige e un capello nero, in un negozio del centro. Vagava per la città. Mi mimetizzai tra i passanti tenendo un giornale in mano, facendo finta di leggerlo. Funzionava alla grande, dato che non si accorse di nulla. Quando arrivò in una stradina di campagna, la vidi alzare una botola e introdursi al suo interno. Viveva nel sottosuolo. Aspettai un giorno intero mangiando hamburger e bevendo coca-cola, ma soprattutto fumando sigarette come si addice a un buon investigatore. Per essere la mia prima volta non me la cavavo mica male. La mattina seguente lei uscì dalla tana. Diede uno sguardo in giro come farebbe una marmotta, e non mi vide: ero appostato come un gufo su di un ramo di una quercia. Quando la vidi lontana, aprii la botola e mi intrufolai dentro. Era un bunker della seconda guerra mondiale arredato con dei mobili dell’Ikea. Capii subito che non era umana perché i mobili erano montati a cazzo senza una logica svedese. Infatti Cosamina, o qualcosa del genere, era un’aliena, almeno questa era la mia conclusione. Quel posto era il suo quartier generale. Scrutando qua e là, vidi un foglio vicino a una specie di macchina del tempo, con su scritto qualcosa che avrebbe cambiato le sorti del mondo:
CARI AMICI DEL PIANETA ZR567TR (all’inizio pensai alla targa della macchina, ma la mia finiva con FG, per fortuna), STO PER RIVELARE IL SEGRETO UNIVERSALE AGLI UMANI, IL SEGRETO CHE CAMBIERA’ RADICALMENTE LE LORO SORTI. IL SEGRETO, CHE VOI BEN CONOSCETE, E’…
- Che ci fai qui? – disse Casomina o qualcosa del genere.
Era arrivata sul più bello, proprio nel momento sbagliato. Bastava che fosse arrivata un minuto dopo e io avrei scoperto il segreto.
- Scusami, ti ho seguita e…
- Silenzio!
Stetti muto.
- Ora i casi sono due: o ti elimino - io già pensavo al secondo – o ti tolgo la memoria.
Propesi per la seconda ipotesi.
- Come ti chiami?
- Cosimina.
- Scusa?
Me lo feci ripetere 7 volte.

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