domenica 15 aprile 2012

LA QUERCIA



LA QUERCIA

Volge tra i boschi
l’imbrunire lieve,
seguendo il sentiero
col fiato greve.
Le foglie agitate,
il vento le suona,
le foglie agitate,
il vento le brama.
Mi sembra di scorgere una quercia da sola,
lontana dal bosco,
lì, fissa
dimora.
Il viso è bagnato di acqua salata,
confonde le gocce
di pioggia velata.
Il cuore mi batte,
il sangue si scioglie,
abbraccio la quercia,
si muovon le foglie.
La stringo con forza,
le mie mani fan breccia,
mordo una scorza
della sua viva corteccia.
È un misto di legno
e di umide more,
di funghi,
il gusto lenisce il dolore.
Su dimmi mia pianta:” che cosa mi spetta?
La vita che canta o l’eterna disdetta?”
La quercia mi dice con voce materna:
“ la vita vuoi buia o vuoi farne lanterna?
Ritorna a cercare la gioia e l’amore,
la forza che hai nelle tue flebili gambe,
immagina  quegli occhi di grande candore,
e su corri veloce e ritrovale entrambe.