LA
QUERCIA
Volge tra i boschi
l’imbrunire lieve,
seguendo il sentiero
col fiato greve.
Le foglie agitate,
il vento le suona,
le foglie agitate,
il vento le brama.
Mi sembra di scorgere
una quercia da sola,
lontana dal bosco,
lì, fissa
dimora.
Il viso è bagnato di
acqua salata,
confonde le gocce
di pioggia velata.
Il cuore mi batte,
il sangue si scioglie,
abbraccio la quercia,
si muovon le foglie.
La stringo con forza,
le mie mani fan
breccia,
mordo una scorza
della sua viva
corteccia.
È un misto di legno
e di umide more,
di funghi,
il gusto lenisce il
dolore.
Su dimmi mia pianta:”
che cosa mi spetta?
La vita che canta o
l’eterna disdetta?”
La quercia mi dice con
voce materna:
“ la vita vuoi buia o
vuoi farne lanterna?
Ritorna a cercare la
gioia e l’amore,
la forza che hai nelle
tue flebili gambe,
immagina quegli occhi di grande candore,
e su corri veloce e
ritrovale entrambe.