C’era una
volta un bambino, un nano, un ubriaco e un cane. Puzzavano come delle carogne,
quindi, si riconobbero subito. Il bambino era scappato da un orfanotrofio, il
nano da un circo, il cane da un canile e l’ubriaco da se stesso.
- Mi mancano
i genitori! – disse il bambino.- Mi manca l’altezza! – disse il nano.
- Mi manca la bottiglia! – disse l’ubriaco.
- Bau! – disse il cane.
Tutti e quattro erano seduti sulla panchina e si grattavano, o meglio si scambiavano le pulci.
Vicino a loro, all’improvviso, sbocciò un fiore profumato. Era così bello che il bambino tentò di raccoglierlo.
- Non toccarlo! – disse l’ubriaco.
- Perché? – chiese il nano.
- È il famoso fiore banano del Paranà!
- Ah! – risposero all’unisono il bambino, il nano e il cane.
Dopo alcune ore quel fiore diventò un grande banano, e si misero a vendere banane gialle alla gente del parco. Nel giro di poche settimane diventarono ricchi da far schifo. Quel fiore, divenuto pianta, faceva delle banane così buone che producevano felicità ovunque. Si fecero una bella foto tutti insieme sorridenti: il bambino in braccio all’ubriaco, il nano in piedi sulla panchina a fare con la mano un semplice saluto, e il cane su due zampe con un bell’osso in bocca.
Un giorno arrivarono i gendarmi, gli assistenti sociali, i medici, gli scienziati, i politici, i vescovi, gli psicologi, le telecamere, i telegiornali, e tagliarono la pianta. Il bambino venne mandato in una famiglia bene che lo adottò, e gli diede tutto il bene del mondo, quello della famiglia bene. Il nano si scoprì che era albanese e che sapeva passare sotto le porte delle case, quindi, era un ladro che si doveva sparare per legittima difesa. Infatti, fece quella fine, lui che aveva sempre sostenuto che passava attraverso le serrature. Venne fucilato da pensionati per bene. Il vecchio ubriaco venne internato dato che quelle simpatie per il piccolo erano alquanto stravaganti, così definite dai dotti, medici e sapienti. Lo imbottirono di psicofarmaci e di elettroshock da mandarlo col cervello in un altro mondo, il mondo catatonico. Il cane, infine, non era vaccinato e non si poteva lasciare in giro uno che si curava leccandosi il culo. Lo presero e gli tagliarono la gola.
Venti anni dopo, il bambino già grande, con la laurea in architettura, filosofia, vincitore di x-factor, scrittore, e campione del mondo di salto in alto, basket e tuffi dal trampolino, decise di tornare alla panchina del fiore banano del Paranà. Il fiore lo riconobbe e fece una pianta ancora più grande.
- Bananeeee, bananeee!!! Venite gente, venite!! Queste banane sono morbide, succose. Venite gente, queste banane fanno sognare – urlava felice.
Quel bambino, diventato adulto, aprì un’attività vendendo banane della felicità. Sull’insegna ci mise la foto dei suoi compari e chiamò il negozio “I quattro banani”.
- Mi scusi, chi sono quelli?
- I miei genitori.