venerdì 15 luglio 2016

Andria - Corato - Nizza

- L’ho appena preso in tempo.
- È come al solito in ritardo.
- Beh, per una volta non mi lamento del ritardo, è stata una fortuna.
Si sorrisero. Lei si sedette mezza indaffarata e mezza spettinata. Lui aveva appena recuperato le materie e ascoltava musica indie con le cuffiette nelle orecchie. Fuori dal finestrino gli ulivi scorrevano velocemente.

- Sei uno spettacolo!
- Grazie!
- Pirotecnico.
Uscirono con i figli. Uno era appena nato. Il lungo mare dava una sensazione di pace, di sicurezza.
- Pronto, nonno?
- Ciao, tesoro.
- Cinque minuti e arrivo.
- Ti aspetto.
Tolse le cuffiette, prese la borsa e se la mise sulle gambe. L’aprì e infilò dentro l’ipod, e pensò a quante cose aveva dovuto recuperare: amicizie, rapporti, la corsa dietro a un pallone perso a centrocampo. Lei fece andare su e giù la gamba destra. Lo faceva sempre, come se sentisse la necessità di essere sempre pronta a scappare. Da bambina venne morsa alla gamba da un cane mentre correva. Aveva ancora i segni dei canini sulla coscia. In quel istante passò la mano proprio lì perché sentì un leggero dolore, quelli che vengono quando cambia il tempo.
- Il bambino sta piangendo.
- Sono finiti, tesoro.
- Mi sento spaventata anche io.
- Vuoi che andiamo?
- Sì, c’è troppa gente.
Presero la via contraria. Tornavano a casa in mezzo alla strada, a quell’ora nessun mezzo circolava. Si girarono e sentirono altri spari pensando che non fossero finiti i fuochi artificiali, e guardarono il cielo.


https://youtu.be/xnLhDt4dCbw