sabato 9 dicembre 2017

Uno sguardo furtivo

Non credo sia il caso di scomodare Dostoevskij per uno sguardo furtivo in una serata invernale. Seppur vero che un attimo di beatitudine può valere una vita intera, un incrocio di pupille è solo un passaggio di vedute. Neanche un tocco di capelli tra le dita possono aspirare, in chi le osserva, la possibilità di un interesse specifico come un segnale lanciato per un possibile approccio, solo per iniziare a scambiarsi, vicendevolmente, delle parole inutili, per raggiungere un'intesa, per nulla scontata, ancora da scoprire. Sta di fatto che lo sguardo c'è stato e non succederà niente, ognuno tornerà nel suo nido nascosto, e lascerà al destino, il compiersi o meno, dell'improbabile evento, costruito tra i castelli in aria, dalla propria mente immaginaria. L'utopia è come l'oroscopo, venere ti entra nella prima casa ma non ti estingue il mutuo. Resterà solo l'eterna clessidra, colei che viene sempre capovolta, e tu granello di quella polvere, non farai altro che scorrere, ripetendo all'infinito, quello sguardo furtivo.