venerdì 29 aprile 2016

Togliersi

Togliersi la curiosità e metterla sull’attaccapanni.
Togliersi un tarlo e sulla sedia buttarlo.
Togliersi un pensiero e lasciarlo cadere a terra.
Togliersi uno sfizio e appoggiarlo sul lampadario.
Togliersi di torno nella lavatrice.
E dopo che hai tolto tutto, lasciare un quadro generale.
Essere la cornice.
Il rettangolo di gioco.
Niente regole.
Ci stai dentro o ci giri intorno?
Togliersi le ultime certezze e piegarle in un cassetto.
Togliersi i fremiti dei tempi che furono, infilandoli come un segnalibro nel diario.
Togliersi i giudizi e aprire il frigo.
Togliersi un’idea, un pensiero, una condizione, una elucubrazione, un consenso, un merito, una constatazione amichevole, un incidente di percorso.
Togliersi di torno.
- Dove vai?
- Tolgo il disturbo. 


venerdì 8 aprile 2016

Lo Stato d'Animo

Lo Stato d’Animo è un’isola bagnata dall’esterno. Conta all’incirca diecimila trilioni di abitanti. Il clima al suo interno è decisamente vario. Lo Stato d’Animo ha una costituzione che si modifica di anno in anno. Ha una struttura governativa complessa e molto labile, nella stessa giornata potrebbero cadere più governi. Al suo interno accadono continui cambiamenti improvvisi condizionati dall’esterno. Il suo movimento politico migliore non è il comunismo ne tanto meno il fascismo, ma l’orgasmo. Durante quel governo tutti gli abitanti vanno alle urne. Questo succede quando si incontra con altri Stati d’Animo, se non li incontra, l’orgasmo diventa sega-mentalismo. In quel luogo si fanno molti film, infatti la sua struttura sociale è improntata sulle proiezioni. Tutti però credono in una divinità: il Sub. Il Sub va in profondità e fa un po’ come cazzo gli pare. Il Sub è capace di svegliarsi alla mattina e dire: “Animo!”. Ci sono anche le forze dell’ordine: la pulizia dell'animo. Lo Stato d’Animo ha uno status quo, qui e qua.
- Dove vai in vacanza?
- Nello Stato d’Animo.
- E dove si trova?
- Un po’ qui e un po’ là.
- Bisogna prenotare?
- No, fa tutto lui.
- Ci va la carta di identità?
- No, basta la carta igienica.



domenica 3 aprile 2016

L'antico contenitore di bottoni

Un giorno lontano dal tempo un antico contenitore di latta di biscotti per bambini si trasformò in un antico contenitore di bottoni. Ogni giorno una mamma premurosa metteva dentro un bottone scappato da qualche indumento misterioso. Passarono molti anni e l’antico contenitore di latta si riempì fino all’orlo. La mamma premurosa continuava a metterci altri bottoni e, cosa strana, il contenitore di latta riusciva a contenerli tutti. Nessun bottone era mai caduto. Quelli che stavano in fondo si spostavano e lasciavano spazio ai nuovi che entravano. Come la mamma premurosa metteva un bottone, tutti quanti si muovevano lentamente per lasciare un posto libero. Erano di tutti i colori: alcuni avevano due buchi, alcuni addirittura quattro. C’erano quelli molto piccoli per i polsini e quelli medi per i pantaloni. I bottoni della giacca da uomo sembravano ruote di macchine mentre quelle delle donne assomigliano a perle.
Erano tutti in cerca di asole.
- Le asole non si posso conservare – diceva la mamma premurosa mentre cuciva col suo inconfondibile ditale.
- I bottoni sono bambini lasciati in un orfanotrofio, ma vedrai che un giorno anche loro troveranno il loro indumento.
Passarono mille anni e l’antico contenitore di bottoni divenne uno scrigno pieno di monete d’oro. Lo trovarono degli esperti archeologi sotto terra in un bosco di faggi.
- Questo fu pieno di bottoni, una volta, ne sono certo – disse uno di loro.
- Come puoi saperlo? – chiese un altro esperto.
Mise la mano al suo interno e tirò fuori il ditale.
- Da questo!