lunedì 31 dicembre 2012

Eccolo

-Eccolo che sta arrivando... dovrei fermarlo... ma che gli dico... oh, mio dio, il cuore... sto sudando... i capelli... come sono i miei capelli... eccolo...

domenica 30 dicembre 2012

Sparire

Lei era lì, seduta accanto a me, sulla sinistra. E si guardava i piedi, e aveva i gomiti sulle ginocchia e le mani sulle guance, e stava lì, accanto a me, sulla sinistra. Poi si voltò, senza un motivo, e mi sorrise, sapendo che già la guardavo da tempo. Aveva un sorriso bianco dove usciva del vento caldo, troppo caldo per essere inverno. La guardai come si guarda un sorriso, giusto quel tempo, né un minuto di più né un minuto di meno, il tempo giusto per un sorriso. Ed è proprio allo scadere del tempo che le chiesi questo:
-Che ne dici di sparire!
-Spariamo!
E facemmo fuoco.




 

sabato 29 dicembre 2012

Allora fanculo


-Tu lo sai che fra quattro mesi sei nella merda?
-E chi se ne frega!
-E che farai?
-Mangerò le ciliegie nel periodo delle ciliegie, mangerò le fragole nel periodo delle fragole e mangerò i cavoli nel periodo dei cavoli.
-Sono cavoli amari!
-Ma che ne sai! Scriverò quando ci sarà da scrivere, canterò quando ci sarà da cantare, danzerò quando ci sarà da danzare.
-Non ce la farai mai!
-E chi se ne frega! Farcela è un concetto mentale per i perdenti!
-Allora fanculo!
-Fanculo!

Postura


-Sai qual è il segreto?
-Cosa?
-La postura.
-La postura?
-Sì, riconoscere la leggerezza del corpo.
-La leggerezza del corpo?
-Trovare l'asse, il giusto respiro.
-Trovare l'asse?
-Che fai, ripeti?
-Non ci capisco un cazzo!
-Sentirsi come un lenzuolo... come un fantasma.
-Come un fantasma?
-Lo stai facendo di nuovo.
-Cosa?
-Ripetere.
-Non ti seguo.
-Essere come un ballerino.
-Ok. Ciao nè!
-Alza la testa e più sciolto.
-Va cagare va!

venerdì 28 dicembre 2012

Ungaretti


Era natale...Un libro di poesie di Ungaretti...

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
 
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata...
 
E si addormentò prima ancora di finirla.

Ambizione




Messaggio di fine anno dal Presidente delle panchine nazionali:
Il mio incipit per il 2013 è AMBIZIONE.
In un paese immobilizzato e cristallizzato come il nostro, l’unica possibilità è l’AMBIZIONE. Un paese senza AMBIZIONE è un paese destinato al fallimento perenne. Il problema vero è che nessun governante ne parla. C’è chi promette la luna da venti anni, c’è chi parla di spread e c’è chi parla di equità. Ma che cos’è l’equità? È un concetto astratto e a mio avviso obsoleto. L’uguaglianza vige solo davanti alla legge e alla salute. Nella vita l’equità è un alibi per i fancazzisti, per i disonesti, per gli approfittatori. L’uguaglianza produce assistenzialismo che è il portatore malato di immobilismo, prima individuale e poi collettivo. Pretendiamo PARI OPPORTUNITA’ e SOLIDARIETA’, hanno un suono migliore e più evoluto. Nella PARI OPPORTUNITA’ c’è la parola “OPPORTUNITA’” che non è opportunismo ma competizione. L’essere umano ha bisogno della competizione, certo con le regole, che però non devono essere un muro o una castrazione in nome di un’uguaglianza che non da spinta ma frena ogni tipo di entusiasmo. Prima si costruisce l’individuo, in quanto unico e irripetibile, poi si costruisce la società, e non viceversa. Il mondo si cambia dentro la nostra biologia, dentro al nostro pensiero se non si vuole avere paura. Non possiamo più dare l’OPPORTUNITA’ ai disonesti di premere i bottoni delle decisioni e della meritocrazia. Non rifuggiamo nella demagogia e nella lamentela, chi è onesto, chi è capace e chi è etico abbandoni i sensi di colpa e cominci ad essere responsabile, alimentando il coraggio dell’AMBIZIONE in nome dell’evoluzione, ripeto, prima individuale e poi collettiva. Gli esseri umani sono simili ma non uguali, all’interno di loro risiedono diversità costruttive dove far emergere il talento e non la mediocrità. Siate AMBIZIOSI, porca troia, e correte e allenatevi perché io correrò e vi fotterò se ne avrò più di voi, e quelli che rimarranno indietro perché non ce la faranno, attenderanno la fine della gara e non pretenderanno aiuti durante, e aspetteranno la prossima occasione.
Ma solo le OPPORTUNITA’ e la competizione creeranno la prossima occasione.
Abbiamo bisogno di occasioni non di equità.
Abbiamo bisogno del lavoro non del posto di lavoro.
Preferite giocarvi in prima persona la partita sapendo che si può perdere o preferite fare gli spettatori?
Il mio cazzo di incipit per il 2013 è AMBIZIONE.
 

lunedì 24 dicembre 2012

Natale

-Domani compio gli anni.
-Auguri!
-Grazie!
-Cristo come passa il tempo...
 

Coglione


-E alla fine sto inizio?
-Non lo so... Ragazzo... Ma non hai ancora capito che NON LO SO!... Sentirai due mani... cazzo... due mani che ti spingono... capisci! Cazzo! Due mani sulla schiena... e dovrai correre... correre come un matto... un... invasato... e urlare... cazzo... urlare e correre... a per di fiato... fino a quando non ti scoppiano le palle... l'intestino... i polmoni... il cervello... non ci devi vedere più un cazzo... capisci?... più un cazzo... fino a vomitare... e quando sei lì... in un posto che non sai... nel posto che hai raggiunto per caso... ecco mentre sei lì... ti appoggerai a qualcosa... e magari piangerai... e piangerai ancora... solo perché ti servirà per respirare... per recuperare... e sputerai... sputerai cazzo!... e sarai sempre solo all'inizio... e ti sentirai ancora spingere... e dovrai ancora correre... e correre... fino alla fine... senza fine... capisci?
-No!
-Allenati... coglione!

martedì 18 dicembre 2012

giovedì 13 dicembre 2012

Conti


Panchine che ascoltano, assorbono e poi rivelano…

-Conti alla mano…

-Non farmi i conti in tasca…

-I conti non tornano mai…

-E invece i conti tornano…

-Ma tu conti?

-In che senso?

-Come panchina…

-È questo che conta…

-Comunque…

-Comunque?

-I conti si fanno all’inizio!

-Casomai alla fine.

-No, no, all’inizio…

-E chi te lo ha detto?

-Un tizio che fa rima con inizio… ahahahahahahaha

-Certe panchine mi danno sui nervi…

-È da mettere in conto…

martedì 11 dicembre 2012

Già fatto


-Tutto ritorna…

-La terra gira su se stessa ed intorno al sole…

-Gira e rigira siamo sempre al punto di partenza…

-A me piace il punto di partenza…

-Lo so… lo so…

-Quello che non mi piace è partecipare sempre alla stessa gara...

-Cioè?

-Il problema è eccesso di focalizzazione.

-Rimanere troppo concentrati su di una immagine o pensiero?

-Vedi, amico mio, la mente conscia non ha la minima idea di cosa stia effettivamente accadendo.

-E quindi?

-Non lo so, ci casco pure io e cristallizzo.

-Come statue?

-Come statue… e gli uccelli ci cagano in testa.

-C’è una via di uscita?

-Forse…

-Ne hai una da proporre qui e adesso?

-Già fatto.

-Cosa?

-La via di uscita è “già fatto”.


 

lunedì 10 dicembre 2012

Spread

Panchine in lontananza.
-Cos'è lo spread?
-La differenza tra il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un incipit e il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel incipit.
 

domenica 9 dicembre 2012

La compagnia


-Sai una cosa?

-Cosa!

-Tu c’hai la faccia di uno che ascolta Battisti e i Radiohead.

-C’hai beccato in pieno.

-Sei una delusione.

-Mi spiace.

-Battisti è uno che si è trovato a fare il cantante perché era intonato e i Radiohead sono una boyband.

-Battisti non è mai stato intonato.

-Battisti interpreta, che vada a teatro, allora!

-I Radiohead sono musica in evoluzione che va oltre.

-E quale sarebbe il limite superato?

-L’inizio.

-E finiscila con l’inizio!

-È il mio lavoro.

-Sei vecchio.

-Infatti, a parlare con te so già di aver perso in partenza.

-Quando è stata l’ultima volta che hai fatto sesso?

-Ricordo solo che dopo ho ascoltato i Coldplay.

-E quindi?      

-Quindi non lo so.

-Ed io avrei fatto tutta sta strada per venire qui…

-Da dove vieni?

-Dal Winsconsin.

-E dove si trova?

-Troppo lontano dalle tue visioni.

-Allora ci andrò un giorno.

-Ecco. Bravo. Vacci.

-Sarà un viaggio confortevole.

-Mi sono annoiata. Ora vado...ciao caro, cià.

-Cià.

E se ne andò.

-Che palle sto qua! – disse tra sé e sé

-Che ragazza! – disse tra sé e sé

 

 

 

 

venerdì 7 dicembre 2012

Salve


-Salve.

-Salve.

-Quanta neve!

-Eh già!

-Lei è?

-Io sono un killer! – e tirò fuori la pistola.

-Sa cosa disse Anton Cechov?

-Lo so! – e sparò.

-Salve.

-Salve.

E se ne andò.

domenica 2 dicembre 2012

Centro

Come al solito


venerdì 30 novembre 2012

Assolutamente

-Dammi tre parole che ti riguardano...
-Comunque... malgrado... assolutamente...
-Assolutamente sì o assolutamente no?
-Assolutamente.
 

Ma dove vivi?


-Mi piacerebbe fare quella cosa lì!
-Ahahahahahahaha. Ma quella cosa lì non la puoi fare, per questo e per quel motivo.
-E quell’altra?
-Quell’altra? Al giorno d’oggi? Ma sei impazzito?
-Ne avevo ancora una…
-Non vorrai mica ritornare a quella dell’altra volta?
-Non so… mi sembrava…
-Lascia perdere… ma dove vivi?
-Me lo sono chiesto anch'io!

martedì 27 novembre 2012

Metodo infallibile

-Ho trovato un metodo infallibile...
-Per cosa?
-Ecco! Per ora ho trovato solo il metodo!
 

Iniziare

-Come va?
-Si tira a campare, e tu?
-Si fa quel che si può!
-Siamo tutti sulla stessa barca!
-Chissà dove andremo ad iniziare!
-A finire!
-Scusa?
-Chissà dove andremo a finire!
-Sei sicuro?
-Con te non sono più sicuro di niente!
 

lunedì 26 novembre 2012

Qualcosa del genere


-Ehi tu! Vieni qua!

-Dici a me?

-Sì, sì, a te!

-Ci conosciamo?

-Ma che importanza ha?

-Niente, così.

-Dai, siediti qui. Ascolta.

-Che c’è?

-Ho scoperto una cosa sensazionale.

-Dimmi.

-Vedi, mentre noi stiamo parlando, c’è uno dall’altra parte dell’universo che sta scrivendo quello che stiamo dicendo. Nello stesso istante. Capisci?

-Non me ne frega un cazzo.

-Come sarebbe a dire?

-Sarebbe a dire che ero uscito per farmi una passeggiata.

-Intanto lui scrive tutto, ora!

-Lui chi?

-Ecco, questo non lo so.

-Non lo so non è una risposta.

-Non lo so è la mia risposta.

-Senti non sono in vena di cazzate oggi.

-Scusa.

-Ma niente, dai.

-Grazie.

-Ma lui lo sa?

-Cosa?

-Come cosa? Sta cosa che io e te parliamo e lui scrive quello che diciamo?

-Non lo so.

-Non sai mai un cazzo!

-È la mia peculiarità.

-Bella roba.

-Ti piace?

E guardarono il cielo tre minuti e otto secondi. E il cielo li guardò tre minuti e otto secondi.

-Ascolta.

-Dimmi.

-Ti voglio credere.

-E fai bene.

-Ma ho una domanda da farti.

-Sono tutt’orecchi!

-Ma chi è tra me e lui che detiene la parola?

-Cazzo! Bella domanda!

-Grazie!

-Prego!

-Allora?

-Allora cosa?

-Chi è che parla per primo?

-Ma lui scrive!

-Ok. Chi è che ha in mano la situazione?

-Un po’ per uno.

-Non fa male a nessuno.

-Qualcosa del genere.

sabato 24 novembre 2012

Nando

-Ciao
-Ciao Nando!
-Bei tempi!
-Eh, certo... il tuo locale... un paio di mojito... e le siga...
-Bastava poco...
-Bastava poco Nando...
-C'ho un nebbiolo di Carema...
-Beviamo... cazzo...
-La sai una cosa?
-Cosa, Nando!
-Mi hai rotto la minchia con ste panchine, coglione!
-Coglione a quest'ora suona bene!
-Certo che il tempo...
-Un fiume in piena...
-Scorre...
-Scorre come questo nebbiolo...
-Fammi accendere...
-Tieni...
-Grazie!
-Bene!
-Lo sai una cosa?
-Cosa?
-Quando ballo parto con la gamba destra.
-Interessante!
-E' così da sempre...
-Ci sarà un motivo...
-C'è sempre un motivo...
-Beviamo...
-Beviamo...
-Fumiamo...
-Fumiamo...
 

venerdì 23 novembre 2012

Eventi

-Gli eventi...
-Eh, già, gli eventi...
-Chissà cosa c'è dietro...
-Un soffio... una spinta... un tizio che ti prende a schiaffi...
-E quindi?
-E quindi... e quindi... soffiati, spingiti, prenditi a schiaffi... abbandonati... abbandonati come un cane... un cane trova sempre qualcuno... abbandonati... e donati...
-Grazie!
-Eh... grazie al cazzo!
 

Ulisse

giovedì 22 novembre 2012

Conversazioni politiche


-Mi perdoni…

-Prego!

-Lei è del PDL?

-Ho la faccia di uno del PDL!

-No, certo che no. È del PD?

-Ma si figuri…

-Certo. IDV?

-Ma manco per sogno…

-UDC?

-Ma è impazzito!

-SEL?

-Non ci pensi nemmeno…

-LEGA?

-Ma mi faccia il piacere…

-Ah! Ecco. Movimento 5 stelle!

-Manco morto…

-Radicali?

-Lasci perdere!

-Altri?

-Altri chi?

-Non so c’è sempre una voce altri…

-Sono contro i partitini…

-Monarchia? Dai, lei è per la monarchia…

-Che stupidaggine!

-Socialista? Repubblicano?

-Ma niente di tutto questo… ma mi scusi…

-Dica?

-Perché mi fa tutte queste domande?

-No, niente, volevo solo trovare un modo per mandarla affanculo.

 

Conversazioni panchinare


Conversazioni panchinare:
-Scusi!
-Dica!
-Che numero ha?
-Il diciotto.
-Ah!
-Lei?
-Il venticinque!
-Ah!
-E' tanto che aspetta?
-Da una vita!
 

mercoledì 21 novembre 2012

Anziani

Anziani che chiacchierano:
-Hai mica visto quello che vende… come si dice già?
-Ah! non lo so.
-Questi giovani che fanno per campare…
-Si stava meglio quando si stava peggio…
-Tornassi indietro…
-Ti ricordi come eravamo noi?
-No!
-Tu non ricordi mai un cazzo!
-Pensa per te, vecchio rompicoglioni.
Girandosi verso altri anziani.
-Scusate!
-Dici a noi?
-E a chi se no.
-E’ un vecchio stronzo – disse uno sottovoce.
-Avete mica visto quello che vende quella roba là che non ricordo il nome…
-Eh! Lo so è una parola difficile…
-Dovrebbe essere una parola inglese…
-Tu lo sai l’inglese?
-Una volta sì… ora no.
-Ma perché vuoi saperlo?
-Me lo sono dimenticato…
Nel frattempo arriva lui.
-Ah! Eccoti. Cos’è che vendi già?
-Incipit!
-Avevate ragione è una parola inglese. – girandosi verso tutti.

martedì 20 novembre 2012

Desuete


-Santi numi!

-È dai tempi di Topolino che non la sentivo!

-Sai che amo le espressioni desuete.

-Che non sono più in uso.

-Allora dammi un sinonimo.

-No… Ascolta desuete vuol dire che non sono più in uso.

-Ok… Trovami un’altra parola allora!

-Senti… D E S U E T E  V U O L  D I R E  C H E  N O N  SONO  P I U’  I N  U S O !

-O K… T R O V A M  I  U N’ A L T R A  P A R O L A  A L L O R A!

-Vaffanculo!

lunedì 19 novembre 2012

tram

E le panchine continuano a parlare:
-A che ora passa il 13?
-Ecco. Brava! Attaccati al tram va!

Vorrei


-Vorrei…

-Cosa?

-Dammi tempo…

E si prese tutto il tempo a disposizione.

-Vorrei essere al confine dell’espansione dell’universo. Rimanere lì a guardarlo. Capire la sua evoluzione. Che cosa sta riempiendo? Immagino un palloncino che si gonfia, un fumo che si libera, una macchia che si allarga, e miliardi di stelle come cellule di Dio. Vorrei stare lì come appoggiato con le braccia ad un muretto e vedere oltre. Perché sono rinchiuso in questo contenitore che si chiama “corpo” e sentire dentro l’universo? Sono in una flessibile tensione, a volte mi sembra di vibrare suoni. E mi sento incollato qua.  Perché?

-Belle…

-Belle cosa?

-Belle cazzate sparate qua e là…

-Non trovi che le cazzate siano il modo migliore per esistere?

E rimasero lì a cazzeggiare per il tempo necessario.

-Io vado!

-Ciao!

-Ciao panchina, a domani!

Mentre si allontanò disse fra sé e sé.

-No, no, no, no, no, no, no, no, no… le panchine non parlano! – scuotendo la testa.

-Scusa?

-Dici a me? – girandosi di scatto.

-Vedi qualcun altro in giro?

-No! Certo che no!

-Niente…

-Come niente?

-Era solo uno scherzo!

-Bello scherzo del cazzo!

-Dai non te la prendere! Il fatto è che la vernice è fresca.

-E quindi?

-Niente… per via di quella storia che ti sentivi incollato qua…

venerdì 16 novembre 2012

Foglia


-Senti, alla fine voglio capire che ci fai sempre qui su questa panchina…

-Senti, io sono sempre all’inizio.

-Ok… ok… con sta storia dell’inizio ce lo hai fatto a fette… dammi un motivo.

-Vedi quella foglia che cade?

-Sì.

-Siamo solo io e te a vederla.

-E quindi?

-Se non fossimo stati qua ora col cazzo che la vedevamo… lei sarebbe comunque caduta.

-Dove vuoi arrivare?

-Io non arrivo… parto.

-Ok… ok… che palle però, lasciatelo dire.

-Voglio solo dirti che nella vita ci sono foglie che cadono davanti a noi e non le vediamo.

-Ma che me frega di una foglia che cade!

-Infatti chi se ne frega!

Rimasero in silenzio mentre foglie cadevano come fiocchi di neve.

-Dove mi vorresti portare?

-Nell’invisibile… ragazzo.

-Cioè?

-Ti succedono cose intorno che tu non vedi ma che il tuo cervello fotografa.

-Cazzooooo… fammi capire… porca troiaaaaaa.

-Quella foglia è la tua occasione.

-Daiiiiiii cerca di essere più esplicito!

-L’invisibile è la tua occasione!

Si alzarono e se ne andarono e la foglia li guardò, come solo una foglia sa fare e disse:

-Vaffanculo voi, l’autunno e la forza di gravità.

E spirò.


 

mercoledì 14 novembre 2012

Un'altra possibilità


E una bambina si avvicinò alla panchina, del piccolo parco, della GRANDE CITTA’ dove  guarda caso c’era un laghetto… e disse:

-Scusi signore…

-Dimmi…

-Ma secondo lei, perché il laghetto riflette quello che c’è fuori?

-Perché l’acqua ti dà un’altra possibilità.

-Un’altra percezione?

-Sììììì

-Un’altra visione?

-Capovolta…

-Atlantide?

-Mi sorprendi bambina!

-Quanto ti devo?

-Scusa?

-L’incipit!

-Mi sorprendi bambina!

-Allora?

-Bè… farebbe cento euro… ma…

-Domani sei qui?

-Sì… credo di sì…

-Domani te li porto?

E la bambina se ne andò saltellando. E lui la guardò saltellare come una che domani non torna.

-Assomiglia… Sarà mica la figlia della venditrice di fuffa? – pensò tra sé e sé.


 

Il meno peggio

-Tu andrai a votare?
-Certamente...
-E chi voterai?
-Il meno peggio.
-Che sciocchezza votare il meno peggio...
-Guarda, ogni volta che ho votato il meglio si è rivelato peggio del meno peggio.

Roba buona

E poi arrivò un ragazzo giovane che barcollava un pò e si mise davanti a lui... in piedi... e si toccava in continuazione il naso... e si puliva sempre la bocca con la mano... barcollando... come se stesse ballando:
-Senti tipo! Non è che.....
. dato che sei sempre qui... in questo piccolo parco... mi vendi...
-Incipit!
-E' roba buona?
-Dipende dal giorno e dall'ora...
-Ehehehehehe certo... ne ai un pò per me?
-Senti ragazzo... "hai" si dice con l'acca!
-Ma che st'hai a dì?
-Senti... S T apostrofo ai con l'acca non si può sentire.
-Ma come f'hai?
-Vedi ragazzo, ogni volta che parli nel cielo si vedono scritte le tue parole!
Il ragazzo si girò... barcollando... vide il cielo per dieci secondi... si grattò la testa... si toccò il naso e poi si pulì la bocca con la mano... barcollando come se stesse ballando e disse:
-Cazzo! Questa è roba buona!

martedì 13 novembre 2012

Innamorato

-Sono sempre alla ricerca dell'amore...
-Eccolo qua Indiana Jones. Che palle! Tu sei già innamorato!
-Ah! Bella roba! Adesso mi dirai le solite cose che dicono tutti!
-Quali?
-Ma di essere innamorato di me stesso, della natura, della vita e...
cazzate varie...
-Ascolta...
-Dimmi...
-Quando sei innamorato che ti succede?
-Mah! Di solito non capisco più un cazzo!
-Ecco! Bravo! Non capire più un cazzo!

lunedì 12 novembre 2012

Solo una cosa

-No...mah... solo un cosa...
-Cosa?
-No... va bè... niente... dai...
-No... no... dimmi... dimmi...
-Ma tu scopi?
 

domenica 11 novembre 2012

E le panchine continuarono a parlare

E le panchine continuarono a parlare:
-Ehi! Pssssssss
-Ssssssssss
-Che danno stasera?
-Aspettando Godot!
-E quando arriva?
 

E le panchine parlarono

E le panchine parlarono:
-Pssssssssssssssss
-Dici a me?
-Ma non a te?
-E a chi allora?
-A lei!
-Oooh! Che cos'è sto casino?
-Non parlavo con te.
-E con chi?
-Non con te...
-Che palle...
-La smettiamo?
-Parli tu!
-Perché c'è qualcosa che non va?
-No... niente.
-E' una stronza lascia perdere...
-Sempre lo stesso casino...
-Parla per te...
-Se vengo lì... vedi...
-Ma dove vuoi andare...
-ALLORAAAAA!!!
-Ma stai zitta!
-Stai zitta lo dici a tua sorella!
-Attenta a come parli!
-Dici a me?
-Sì! a te.
-Vaffanculo!
-Ringrazia Dio che...
-Ma cosa vuoi fare... stronza!
-LA FINIAMOOOO!
-Ci mancava lei...
-BASTAAAA! ME NE VADO!
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-Ahahahahahahahaha
-MA DOVE CAZZO VAI! - all'unisono.
 

E la panchina parlò

E la panchina parlò:
-Sola qua sulla tangenziale, con a destra un gommista ed a sinistra la discarica. Ma per chi mi hanno presa?
Passa una macchina:
-Ah bonaaaaa!!!!!!
-Per una puttana?
 

Domani smetto

-Domani smetto...
-Di fumare?
-No! Di fare il coglione...
-E quindi?
-Bella domanda del cazzo!
 

venerdì 9 novembre 2012

E arrivò la luce



E arrivò una luce…
-Potresti abbassarla?
-Strano, quando illumino, la gente resta estasiata.
-Sì… ok… ma non troppo… a meno che…
-No… no… tranquillo... è solo che ti sto tenendo d’occhio da un po’.
-Da quanto?
-Lo sai che non ho tempo.
-Certo, tu hai spazio, casomai.
-In continua espansione.
-Vorresti dirmi che sei sempre in evoluzione anche tu?
-Certo, cosa credi…
E rimasero in silenzio... un silenzio lungo un'espansione.
-Hai una sigaretta?
-Fumo solo la domenica.
-Che giorno è oggi?
-Non è domenica.
E rimasero in silenzio giusto il tempo per capire che giorno fosse.
-Che ci fai qua?
-Sono in pausa caffè. Stavo facendo un’altra delle mie galassie.
-Ma scusa dopo il caffè...
-La regola vuole che...
-Certo... certo... E come va il lavoro?
-Mah! Non ci sono più i serpenti di una volta.
-E lo so… la gente non si fida più…
-Ne parlavo giusto l’altra sera con mio figlio, Groucho e Charles…
-Chi? Il poeta maledetto?
-No, no… l’ubriacone. Quando mio figlio benedice il vino lui viene sempre su da noi.
-Il buon vecchio caro Buko.
-Beve come una spugna. Lui ha la sua teoria della matrioska.
-Cioè?
-Ma secondo lui dentro Dio ci sta un altro Dio e un altro Dio e così via…
-Quanti bicchieri aveva già bevuto?
-Troppi… non li ho contati. So solo che dopo il quinto whisky ha detto che lui è Dio.
-Delirio di onnipotenza.
-Lo dici a me?
-Che te lo dico a fare.
-Pretende sempre almeno due prostitute, allora lo rimando all’inferno.
-Ahahahahahahaha. E Groucho?
-Scherza sempre. Quando mio figlio fa la moltiplicazione dei pani e dei pesci, lui alla fine dice sempre: « Ho passato una serata veramente meravigliosa. Ma non era questa »
-Capisco… hai qualche messaggio? Dato che sei qua…
-Lo sai che quelli li da solo Maria…
-Ma finisce tutto?
-Ma sei impazzito? Su ci stiamo divertendo un mondo…
-Certo... un mondo...
-Ora vado…
-Ok ciao!
-Ciao ragazzo...
-Ah… scusa…
-Dimmi…
-Spegni la luce… grazie!

 

mercoledì 7 novembre 2012

Chet Baker

-Chet Baker e la sua maledetta tromba. Il suo suono che è come un filo che ti entra in un orecchio e ti esce dall’altro e ti solleva, e ti lancia in alto come un elastico, e poi ti lascia su un invisibile tappeto volante, e entri in una specie di autoipnosi, e tutto sotto cambia colore… la neve è verde, i prati sono rossi e le piante sono bianche. Solo le persone sono sempre le stesse… sempre lo stesso colore, e laggiù su quella cazzo di panchina c’è sempre quello… sempre lì… e non si muove…
-Ehi tu?
-Dici a me?
-Sì, proprio te, non lo senti Chet Baker?
-Certo che lo sento…
-E cosa senti?
-Chet Baker e la sua maledetta tromba. Il suo suono che è come un filo che ti entra in un orecchio e ti esce dall’altro e ti solleva, e ti lancia in alto come un elastico, e poi ti lascia su un invisibile tappeto volante, e entri in una specie di autoipnosi, e tutto sotto cambia colore… la neve è verde, i prati sono rossi e le piante sono bianche. Solo le persone sono sempre le stesse… sempre lo stesso colore…
-Ehi è la stessa cosa…
-Lo so… Attento a non cadere…
-Gran figlio di mignotta…

Cos'è l'amore?

 
-Sono innamorata di due uomini…
-Io sono innamorato di tutti gli esseri umani.
-Dai non scherzare… seriamente… non so chi scegliere.
-Il tuo non è amore… è infatuazione.
-Senti… senti… il sapientone… e dimmi… che cos’è per te l’amore?
-Non lo so!
-Non sai mai un cazzo!
-Non saperlo è il segreto.
-Dai! È un incipit?
-Certo!
-Quanto ti devo?
-Facciamo cinquanta euro.
-Ok! Te li porto domani.
E si alzò di scatto. Si tirò indietro i capelli. Si mise gli occhiali da sole. Si mise le mani in tasca e se ne andò fischiettando… e il suo cappotto nero sembrava un lungo mantello di un supereroe… e lui… e lui la guardò come si guarda una che domani non torna.
-Ha una certa somiglianza con la venditrice di fuffa – pensò tra sé e sé.

Fondo


-L'anno scorso, in questo periodo, dicevano che quest'anno avremmo toccato il fondo. Ora dicono che il prossimo anno toccheremo il fondo...
-Mah... sarà il fondo del fondo!
 

Pink Floyd

martedì 6 novembre 2012

Avanti un altro


 

-Ascolti, apra bene le orecchie.

-Non le chiudo mai.

-Tu sei un millantatore, un nichilista del cazzo. Non vali niente come persona e sei un uomo di merda. Tua madre è una puttana e tuo padre è sicuramente un frocio. Te ne stai qui come un coglione su sta cazzo di panchina a professare il nulla, sei uno scarto sociale, anzi uno sterco sociale. La devi smettere di rompere i coglioni fuorviando le menti delle persone. Parassita! Mi fai schifo, mi fai ribrezzo tu e quella roba che vendi…

-Incipit…

-Ecco quella merda. Saresti capace di vendermene una anche a me, brutto stronzo?

-No. Te la regalo, dato che non ci diamo più del lei.

-Sentiamo.

-AVANTI UN ALTRO.

lunedì 5 novembre 2012

Goccia


-Minchia! C’è una cosa che mi fa sempre incazzare…

-Cosa?

-Mah! La stessa cosa, nella stessa situazione, per lo stesso motivo.

-Meccanica mentale.

-No, no, no, no, no… è tutto reale.

-Certo… dimmi…

-Ogni volta che ho un appuntamento con una donna che mi piace, mentre vado a prenderla, mi scappa da pisciare.

-Sarà un po’ di tensione…

-Certo… sì… tensione… comunque… cerco un posto dove andarla a fare… perché a volte non ne posso proprio più… comunque… scendo dalla macchina, vado verso una pianta e mi libero finalmente.

-Le pisciate migliori…

-Cosa?

-All’aria aperta…

-Certo… sì… all’aria aperta… comunque… appena finisco gli do una scrollatina… anche tu…

-Cosa?

-La scrollatina…

-Ah! Bè… certo… sì… la scrollatina..

-Comunque metto dentro il coso… sai…

-Certo… sì… il coso… ho capito!

-Allora… metto dentro il coso… tiro su la cerniera… e non ti rimane la goccia!… la goccia porca troia!... quella goccia di merda… senti proprio che esce… bella bella… lì nella mutanda… e t’incazzi porca troia… t’incazzi… dopo che lo hai lavato, lucidato, profumato… ecco la goccia… e hai la mutanda bianca… porca troia…e  il bello che ti succede anche al ristorante, perché ormai questa cosa ti sconvolge, non fai altro che pensare a quella goccia e la tensione ti porta a pisciare un’altra volta. Allora che fai?

-Eh. Che fai?

-Le dici che vai a lavare le mani ma in realtà vai a svuotare la vescica e a verificare la mutanda, e lei è lì…

-Chi?

-La goccia… sulla mutanda bianca. Allora prendi il sapone del lavandino e cominci a fregare la mutanda per pulirla e mentre sei lì, fai che lavarti anche il coso… lo so… sul lavandino non si dovrebbe… ma lo fanno tutti…

-Confermo…

-Ah! Bè… certo… sì… Comunque… rimetti tutto dentro… a posto… senti anche un po’ di fresco. Chiudi la porta del bagno… vai verso di lei… ti siedi… e bam!

-Bam?

-Ti esce più di una goccia… qualcosa che era fermo nel canale e non lo hai scaricato.

-Brutta storia…

-Non mi ci far pensare!

-Ma in tutto questo frangente lei che fa?

-Lei chi?


Un quarto d’ora dopo.

-Mi scusi.

-Dica signora.

-Ero casualmente qua dietro la quercia…

-Casualmente… certo.

-Ma è vera sta cosa che vuoi uomini…

-Ci laviamo il coso nel lavandino?

-Eh… sì… quella roba lì…

-Migliaia signora… migliaia di cosi…

-Oh mio dio! Ma è un’indecenza!

 

 

Duemila anni


-Scusi, che ore sono?

-Le dieci e quarantasette.

-Mi vende un incipit?

-Ora?

-No, fra duemila anni.

-Ok

-Sicuro che…

-Di sicuro c’è solo una cosa e non è un regalo.

-Cosa?

-No, niente… sarebbe stato l’incipit di adesso.

-Bello! Chissà come sarà…

-Ci vediamo qua… Fra duemila anni… A quest’ora…

-Ci tengo, eh!

-Arrivederci…

-Arrivederci…

Duemila anni dopo.

-Sto stronzo… vivere tutto sto tempo… e quello non si presenta.

 

sabato 3 novembre 2012

Morte


 

-Sono preoccupato.

-E quando mai.

-Scherza, scherza. Io ho paura di morire.

-Ahahahahahahahahaha. Gli umani, sempre la stessa paura. Passano metà della giornata a pensare alla morte. Basta che litighi con le persone che ami, che sul lavoro non vieni riconosciuto per il tuo talento ed ecco che parte la sega mentale: “non sono all’altezza”, “ non ce la faccio”, “non me lo merito”, “non valgo niente” e così via con le credenze limitanti… E sai che cazzo fa il cervello?

-No.

-Ti fa un bel copia/incolla della morte e te la ficca lì per romperti i coglioni. Ahahahahahahahaha.

-La smetti di ridere…

-Scusa ma è divertente. Comunque, vai a casa, mangi qualcosa e non la digerisci, e dai colpa al cibo. Ti faccio un esempio: tu pensi che le uova di sera sono pesanti perché te lo ha detto tua madre da bambino, sta convinzione si ficca nella tua mente, ed ogni volta che hai su qualche cazzo per la testa, vai a mangiare inconsciamente qualcosa con dentro le uova e non digerisci. Cerchi qualcosa che abbia le uova dentro, capisci?

-No

-Chissenefrega! Solo per dirti che il cervello è una gran bella testa di cazzo. Ahahahahahahahaha. Poi hai i sintomi, un dolore fisico, ed invece che pensare che quello sia la soluzione che viene a riparare come un sano processo biologico innescato dalla natura, pensi che sia un problema e vai a farti esami del sangue, ecografie, radiografie, scintigrafie o magari passi dieci ore al pronto soccorso perché hai sentito una fitta al costato. Ahahahahahahahahahaha. Ma non è meglio starsene qui dieci ore a guardare la natura su questa panchina?

-Che palle!

-Un certo Aldous Huxley disse:” la ricerca sulle malattie è progredita così tanto, che è quasi impossibile trovare qualcuno che sia completamente sano”. Ahahahahahahahahaha. Ma non pensi che la morte è un processo biologico sensato? BIO-LOGICO: logico per la vita. Capisci? Ogni cosa che ti capita nella vita è un senso bio-logico. Non c’è nessun errore. Non c’è nessuna cellula che impazzisce, è tutto secondo natura, è perfezione.

-Cominci a farmi tu paura?

-Ahahahahahahaha. Ma non pensi che dopo la morte possa iniziare una nuova avventura? Magari migliore di questa? Allora? Che cazzo ti preoccupi a fare…

-Non lo so…

-Ci sono cose ben peggiori della morte…

-Ad esempio?

-La vita eterna, cazzo!

La venditrice di fuffa 4


-Scusi, ha mica visto la venditrice di fuffa?

-Ancora! e basta!

-Volevo comprare un accendisigari a forma di rinoceronte.

-Lei fuma sigari?

-No!

-Appunto…

-Allora… l’ha vista?

-Da quando c’è lei in giro non vendo più un incipit.

venerdì 2 novembre 2012

Pelle



Aveva una strana malattia.

Non gli piaceva.

Preferiva che avesse un bel nome.

Il nome di un fiore… dato che fioriva... velocemente.

La sua epidermide cresceva troppo velocemente...

La staccava e la buttava per terra come se fosse neve… come foglie sparse su una panchina di pietra… o briciole di sé… o altri cazzi.

-Ma che cazzo stai facendo?

-Non sto più nella pelle.

 

Perdono

-Tu credi nel perdono?
-Ti perdono!
-Per cosa?
-Solo per il fatto di avermelo chiesto!
-E quindi?
-Quindi cosa?
 

Statistica


-Ha visto?
-Cosa?
-Il cinquantadue virgola sette per cento non è andata a votare.
-E quindi?
-Niente. Sono numeri che fanno riflettere.
-A me non dicono niente.
-Certo lei fa parte del trentotto virgola due percento che non ha un’opinione.
-Guardi io un’opinione ce l’ho.
-Sentiamo… quale sarebbe? Su… su… dica…dica…
-So solo che c’è un inizio.
-E una fine… aggiungo!
-Al massimo un fine.
-Il fine giustifica i mezzi!
-Se lo dice lei!
-Lo dice in settantadue virgola sette per cento degli intervistati.
-E chi sarebbero?
-Gente comune!
-Ho capito.
-Ma cosa vuole capire lei…
-Senta…
-Dica…
-Ma lei che fa nella vita?
-La statistica… e lei?
-Il venditore di incipit.
-Mai sentito.
-Me lo dicono spesso.
-La sua azienda è quotata in borsa?
-Guardi non c’è nessuna azienda.
-Ho capito, lei fa parte di quel ventisette virgola nove percento di aziende fantasma.
-Non so cosa sia un’azienda fantasma.
-Certo… certo… dite tutti così.
-Ora vado…
-Dove va?
-Faccio parte di quei venticinque virgola tre percento che se ne va affanculo!

 

mercoledì 31 ottobre 2012

Opinione


-Ma tu ce l’hai un’opinione?

-Non lo so… So solo che un’opinione è come una scimmietta attaccata ai coglioni. Quando dici un’opinione poi devi essere coerente, e diventa un principio, una convinzione che devi difendere a spada tratta, e ti cristallizzi su quella, e non ti smuovi, e litighi con amici, e non sopporti più la persona che ami, e tutto diventa insopportabile solo per un’opinione, quando basterebbe fermarsi prima… prima dell’opinione…

-Non dire niente non può essere la soluzione…

-Io non ho molto da dire, amico… io credo di essere qua per ascoltare…

 

martedì 30 ottobre 2012

Lei


È arrivata lei.
Ma non una lei qualunque… lei… proprio lei…
e ti chiedi: “come mai lei e non un’altra?”…
e attenzione… non quella lei che ti accontenti perché la vita ti ha dato lei e non un’altra…
ma lei… quella lei che invece è lei… perché è lei quella che vuoi…
e lei è qui e non da un’altra parte…
lei è qui…
e mi viene da pensare:” che cazzo ci fai qui?”…
perché lei ora ha deciso di essere qui… proprio qui… ora… lei…
Fa un sospiro… quel sospiro che esce dalle narici del naso quando espiri dopo che hai appena inspirato… lei… e sorride appena… lei… proprio lei… cazzo… respira… qui.
C’è una leggera brezza che la spettina e i suoi capelli le spazzolano il viso… lei… che con le mani, con un gesto delicato, li apre, come si aprono le tende al mattino quando entra il sole e ti svegli… e hai gli occhi piccoli per la luce… lei… proprio lei… che mi sveglia… e non ha nulla da dire… e sorride di un ghigno gentile… e abbassa il capo e guarda per terra… e le braccia sulle ginocchia…e prende una pietra… e poi un’altra e ci gioca… e senti il rumore delle pietre che giocano tra le sue mani… le mani di lei… quella lei e non un’altra… sembra che voglia dir qualcosa… lei… ma è solo un respiro dopo un’immersione… e torna… e torna a giocare con le pietre e a fare rumore… volge il suo viso verso di me… lei che ha aperto le tende…e mi guarda… e sorride ancora… ed io ne ho già abbastanza… ed espira ancora dalle narici del naso… e sorride ancora… e gioca… cazzo… lei gioca con le pietre e fa rumore… e mi guarda… lei... proprio lei e non un’altra… e mi prende le mani… e mi da le pietre… e mi chiude le mani… e mi guarda… lei… sorride… e si muovono anche le orecchie… perché lei sorride con le orecchie… ora che ha aperto le tende e ci ha fatto la coda… e tutto il collo… tutto quel collo… lei… proprio lei… tutto quel collo… che ci fa qui tutto quel collo… e le pietre mi pesano… e le faccio cadere… e le appoggio il naso sul collo…e lei non si muove… si muove la pelle... e cresce l’erba e i girasoli… un prato di girasoli… e lei… sposta il viso… e si scioglie i capelli…i suoi capelli… petali freschi che mi accarezzano la nuca… cade una foglia e lei mi bacia… cade una foglia e lei mi bacia… e un bambino… un bambino in lontananza scatta una foto.

sabato 27 ottobre 2012

La ragazza che sembrava bambina ma che in realtà non lo era... con i gatti tigrati

Era un pomeriggio d’autunno come tanti, un pomeriggio inoltrato, un pomeriggio di foglie per terra. C’era un vento diverso. Soffiava forte e non capivo la sua direzione. Era caldo ma anche freddo. In certi momenti era tiepido. Ti prendeva a schiaffi ma poi ti accarezzava… e ti prendeva a schiaffi… e ti accarezzava. Ero al mio solito posto, nella mia solita posizione… quella di aspettare qualcuno senza sapere chi fosse… È sempre bello aspettare qualcuno che non sai chi sia. Mangiai l’unghia dell’indice destro e la sputai con soddisfazione, come togliersi una spina conficcata nel cuore. Accesi una Merit lentamente e aspirai il fumo… e l’autunno… Vedevo gente in lontananza e bambini che correvano senza una destinazione, senza un motivo… Vidi una ragazza che sembrava bambina, ma che in realtà non lo era, camminare verso di me. Aveva un’andatura molto decisa e sciolta, sembrava uscita da un libro di fumetti, e a fianco aveva due gatti tigrati grigi che la completavano… proprio così… non ci fossero stati i gatti non ci sarebbe stata neanche lei. Aveva un basco irlandese in testa, un cappotto corto nero, una maglia a girocollo verde scuro, un pantalone di velluto beige e scarpe rosse, di un rosso vivo come il suo rossetto, così vivo che ad un certo punto mi sembrò che venissero incontro a me solo le sue labbra e i suoi piedi. Aveva un viso bianco, eccessivamente bianco, così bianco di luna. I suoi occhi erano marroni come le foglie, grandi e rotondi, perfettamente circolari, come se fossero disegnati da un compasso di una mano precisa. Il naso era perfetto che non si poteva descrivere, perché ci stava giusto giusto in quel viso. Più si avvicinava e più mi ricordava alcuni quadri di ragazzi cinesi underground di Pechino, che dipingevano ragazze con quel viso bianco eccessivo con la sigaretta accesa in bocca, e le labbra di un rossetto vivo... troppo vivo... lei fumava mentre veniva verso di me, e i suoi occhi non erano a mandorla ma rotondi… troppo rotondi e troppo marroni di foglie d’autunno… Non era molto alta ma non si notava… ero perso nella luce dei suoi colori. Si sedette accanto a me e si accese un’altra sigaretta. I gatti si sedettero anche loro ai suoi piedi. Mi venne in mente Cleopatra, ma poi mi accorsi che era una cazzata. Fumava con naturalezza e non mi guardava… e i gatti fermi come guardie. Passò un uomo con un doberman al guinzaglio, era un po’ irrequieto… il cane… I gatti lo videro e non fecero nulla… lo guardarono… lo guardarono così intensamente che il doberman girò lo sguardo e si quietò… e i gatti sorrisero sornioni e fecero un gesto con la testa come di assenso. Che strano pomeriggio d’autunno inoltrato, pensai… e mi girai… e dissi qualcosa alla ragazza che sembrava bambina, ma che in realtà non lo era:
-Ciao.
-Lo sai perché sono qui.
-Non credo… forse…
-Empatia… siamo in empatia…
-Cioè?
-Collegamento mentale…
-E quindi?
-Niente… sono solo venuta a dirtelo… ora vado.
-Dove vai?
-Lo sai dove sto andando…
E si alzò di scatto e spense la sigaretta con la sua scarpetta rossa, la destra, col tacco basso… e anche i gatti si mossero con lei e si allontanò… dopo quindici passi, perché li contai, si fermò e i gatti fecero lo stesso… e si accese un’altra sigaretta… non si girò ma era come se lo avesse fatto… e riprese a camminare… e i gatti fecero lo stesso come se fossero attaccati a lei con un guinzaglio invisibile… e si allontanò così tanto che scomparve tra le querce del parco di quella grande città.
-Ma dove cazzo va? – dissi ad alta voce.
E gli uccelli si staccarono in volo ed io li guardai come si guarda il vuoto.


Omicidio

-Ehi! Cos'hai?
-Niente.
-Come niente! C'hai una faccia...
-Guarda lì...
-Dove?
-Lì...
-Cosa?
-Hanno ucciso due panchine!

Ama

-Ciao.
-Ciao.
-Cosa sei?
-Un angelo ambrato.
-E chi sei?
-Ama
-Ti stavo aspettando... cazzo!
 

venerdì 26 ottobre 2012

La venditrice di fuffa 3


-Ha visto la venditrice di fuffa?

-Era qua dieci minuti fa.

-Miseria! Mi sfugge sempre. Volevo comprare un’inutile enciclopedia “Le fonti del sapere” del ’73.

-Ottimo anno, tra l’altro…

-Lei dice?

-Sì!

-Perché?

-Non mi ricorda niente!

giovedì 25 ottobre 2012

Vigile urbano

Un giorno come altri, successe un evento reale,così reale che la fantasia prese il sopravvento. Un vigile urbano si avvicinò ad un ragazzo, che non era più tanto un ragazzo e chiese:
-Scusi!
-Dica!
-Perché fotografa questa panchina?
-Perché...
sono un venditore di incipit.
-Un venditore de che?
-Incipit!
-E in cosa consiste questa vendita di…
-Incipit!
-Eh… quella roba lì.
-Guardi lei mi da una data e un’ora ed io le formulo un incipit. Deve sapere che ogni minuto cambia... l’incipit... deve essere molto preciso, perché io sono una persona precisa. Il costo è di dieci euro a parola più le punteggiature.
Il vigile rimase sbigottito per qualche secondo, poi chiese ancora:
-È sicuro di stare bene?
-Mai stato meglio in vita mia.
-La tengo d’occhio – disse allontanandosi.

wu-wei


-Mi spieghi perché te ne stai sempre su sta cazzo di panchina, di questo parco, di questa cazzo di città?

-Io sono nella posizione dell'attesa, nella correzione della mia persona, nella ricerca appropriata della mia posizione.

-Che razza di roba è?

-Boh! Si dice wu-wei…L’ho letto da qualche parte… il TAO… sta roba lì.

-E a che punto sei?

-All’inizio.

 

Nascondino

- Mi scusi.
- Dica.
- E' qui che si gioca a nascondino?
- Non credo, perché?
- Niente, vorrei liberare tutti!
- Tutti chi?
 

lunedì 22 ottobre 2012

Sai una cosa?


-Sai un cosa?

-Cosa?

-C’è troppo populismo oggi in questo paese.

-Bè… c’è populismo e populismo.

-Sì, certo, ma anche un eccesso di moralismo.

-Bè… c’è moralismo e moralismo.

-Sì, certo, ma anche troppo qualunquismo, non credi?

-Bè… c’è qualunquismo e qualunquismo.

.Sai una cosa?

-Cosa?

-È sempre molto bello fare una cazzo di conversazione con te.

Delegato sindacale


Senti questa…

-Dimmi!

-Ho fatto il delegato sindacale anni fa.

-Bene. Sarai stato mosso da grandi ideali, dal migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori, dalla difesa dei diritti…

-Niente di tutto questo!

-Scusa?

-Mi piaceva una ragazza, forse dell’organizzazione.

-Scusa?

-Un giorno un mio amico mi portò ad una riunione sindacale, non ero manco iscritto. Entrai in questo stabile e vidi lei. Non so se era un’impiegata o altro… era incantevole. Mi passò davanti e tutto rallentò...

-Non ti seguo…

-C’era sta riunione. Un signore stava parlando ed io l’ascoltavo appena. Ad un certo punto disse: “abbiamo la necessità di trovare un leader carismatico, un nuovo delegato sindacale”. Silenzio. Un silenzio di quelli dove nessuno osava tanto, dove nessuno era pronto a muovere un braccio… un respiro… un rumore. Mi misi a tossire e dissi:”lo faccio io”. Ci fu ulteriore silenzio... e poi sospiri di sollievo collettivi… e risuonò all’unisono un ”Cazzo… meno male!”. Venni eletto all’unanimità.

-Cioè, tu vorresti dirmi che hai fatto questa scelta per rivedere quella donna?

-Proprio così!

-E per quanti anni lo hai fatto… il delegato?

-Dieci anni.

-Dieci anni? E lei?

-Non lo so. Non l’ho mai più rivista!

domenica 21 ottobre 2012

Londra


-Che ora era?

-Le 20.47… circa.

-Perché eravamo lì?

-Non lo so… mi ci hai portato tu.

-Hai gli occhi trasparenti…

-Sfumavo…

-Lentamente…

-Lentamente…

-E sullo sfondo una città come tante…

-Devo andare.

-Ok! Portati via anche gli occhi.

giovedì 18 ottobre 2012

Radiohead 2

-Secondo te esistono gli extraterrestri?
-Sì
-E gli hai visti?
-No... ma gli ascolto sovente...

Jogging

E ad un certo punto preciso del giorno, un ragazzo dalla faccia da jogging, con la tuta da jogging e le scarpe da jogging disse:
-Corre voce che…
-Ssssssssssssst
-Eh?
-Lascia correre…
 

martedì 16 ottobre 2012

La peste

-Cosa stai leggendo?
-La peste di Albert Camus
-Embè... di questi tempi... Dove sei arrivato?
-Ad un prete dal pulpito...
-Leggi... leggi...
-La peste entra da voi, si siede nella vostra camera e aspetta il vostro ritorno.
-Embè... di questi tempi...
 

lunedì 15 ottobre 2012

La venditrice di fuffa 2

-Ou!
-Eh!
-Hai mica visto la venditrice di fuffa?
-No! E' da qualche giorno che non si vede... perché?
-Niente. Vorrei comprare qualcosa che non mi serve!

Visioni

-Hai visioni?
-Sì... Tutti i giorni...
-E dimmi che tipo di visioni hai?
-Mah... una panchina... un parco... una città!
-Ahahahahahahaha... sempre che mi prendi per il culo... Eh?... sempre... eh?... per il... eh?... ou?... eh?... No?
 

sabato 13 ottobre 2012

Incipit



-Come si dice già?
-Cosa?
-Ma di quello lì?
-Quello chi?
-Ma quello che vende quella roba là?
-Vende?
-E' una parola difficile...
-Incipit.
-Ecco bravo! Quella roba lì. Lo ha mica visto?
 

venerdì 12 ottobre 2012

David Gilmour, Thom Yorke, Lucio Battisti.


-Sai una cosa?
-Cosa?
-Secondo me David Gilmour, Thom Yorke e Lucio Battisti sono la stessa persona.
-Ahahahahahahaha ma che cazzo dici! Non c'è un nesso!
-Sempre sta cazzo di cosa che ci debba essere un nesso.
-Fammi almeno un esempio.
-Comfortably numb. Creep. Ancora tu.
-Ahahahahahahahaha! Ma vaffanculo.
E rimasero in silenzio giusto il tempo esatto per ascoltare mentalmente le tre canzoni sopra citate.
-Sai una cosa?
-Cosa?
-Niente!
 

mercoledì 10 ottobre 2012

ho amato una donna


Ho amato una donna così tanto che pensavo di finire in un’altra galassia con il cervello e con il cuore. Lei era entusiasta delle mie parole, delle mie poesie, delle mie carezze. Facevamo l’amore ovunque, perché ovunque era il posto migliore per farlo. Un giorno lei cominciò ad essere insofferente: voleva combattere. Ogni occasione era buona per tirare fuori la pistola e ferirmi. Volevo che lei fosse libera: di lasciarmi, di tradirmi. Tutta questa libertà non la sopportava. A volte pensavo che mi dicesse che lei voleva essere un po’ prigioniera, come tutte le donne verso l’uomo. Dura così da migliaia di anni… ma io non la legavo a me. Volevo che fosse una puledra bianca che corresse libera su una spiaggia deserta. Un giorno arrivò a casa e mi sparò al cuore e mi uccise. Poi se ne andò con un altro uomo. Che dovevo fare? Io non faccio la guerra con chi amo. Io l’ho solo amata. Poi passò molto tempo… ed io sono sempre lo stesso, in pace.

 

Funghi


-Mi racconti una storia?

-C’era una volta, o forse molto tempo prima, una ragazza, forse una duchessa, forse una contessa, forse una principessa che andava tutte le mattine nel bosco a cercare funghi.

Il suo problema era che non li trovava mai.

Faceva sempre la stessa strada, perché c’era solo quella, e incontrava un sacco di gente che tornava con ceste piene di funghi che ridevano e parlavano da sole…

e ridevano e parlavano da sole.

Lei era timida e si vergognava a chiedere come facessero a trovare tutti quei funghi…

e ridevano e parlavano da sole.

Un giorno di pioggia, il primo dopo anni di sole, decise di addentrarsi nel bosco passando verso rovi, rami intrecciati e foglie secche. Si graffiò mani, gambe e anche il viso.

Si perse.

Aveva il fiatone e sanguinava…

e pianse.

Ad un tratto, nel pieno della sua disperazione, sentì:

-Pssssssss… Psssssssss… Ehi dico a te!

Lei si girò e vide tanti funghi, nell’insenatura di una pianta, che ridevano.

-ALLORA! Non ci raccogli… ahahahahahahahahahaha

Nessuno seppe se la ragazza, forse una duchessa, forse una contessa, forse una principessa raccolse i funghi, anzi nessuno seppe se la ragazza, forse una duchessa, forse una contessa, forse una principessa tornò a casa.

Una cosa fu certa. Nel paese circolava una voce, una voce insistente, e non si parlava d’altro, e sui giornali ci furono titoli in prima pagina.

I FUNGHI PARLANO E SE LA RIDONO.

(Il venditore di incipit)

Gesù


Un uomo per bene, con movenze per bene, di una famiglia bene, vestito come uno che va a messa tutte le domeniche, chiese:
- Ma lei ha una famiglia?
L’uomo seduto sulla ormai nota panchina, di quel ormai noto piccolo parco, di quella ormai nota città si voltò e lo guardò per due secondi esatti e disse:
- Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
- E chi è quel pazzo che ha detto questa cosa?
- Il miglior psicanalista mai esistito al mondo.
- Chi? Freud?
- Ma che Freud! Un tizio che si faceva chiamare Gesù Cristo.
E calò un silenzio di oltre duemila anni.

martedì 9 ottobre 2012

Scrittori famosi


Un gruppo di persone discorre su una panchina, di un piccolo parco, di una grande città.

-Hai sentito quello là che ha fatto quella cosa lì?

-Guarda, non ho parole…

-A me viene solo da vomitare…

-Io rabbrividisco…

-Non c’è più religione…

-Sarebbe da umiliare nella pubblica piazza…

-Di più… di più…

-Torturarlo…

-Ma non basta…

-Impalarlo!

-Uhm…

-Siamo alla deriva…

-E’ un mondo difficile…

-Uno schifo…

Da una panchina non lontana da lì.

-Scusate!

-Dice a noi?

-Sì, certo…

-Dica?

-Cortesemente… potreste spostarvi un po’ più in là… diciamo… un centinaio di kilometri! Grazie

-Maleducato.

-Ma non avete mai letto: Goethe, Nietzsche, Gibran?

-No

-E allora andate e leggetevi!

-Ma tu che ne sai, eh? Che ne sai? – dissero avvicinandosi in modo minaccioso

-Non lo so… ma citare scrittori famosi fa sempre la sua porca figura!

 

lunedì 8 ottobre 2012

La venditrice di fuffa


Era un giorno come un altro (Anche se un giorno non è detto che sia come un altro) nella panchina, del piccolo parco, di quella grande città. Quando un uomo calvo col pizzetto incontrò una bionda che sorrideva sempre, che sembrava uscita da un dipinto del Modigliani per via del collo magro e leggermente allungato, di quel sorriso da venditrice di qualcosa ma non si sa bene di cosa, nel senso che tu potevi andare da lei a comprare un fanale e te ne uscivi con l’acquisto di un’auto, che tra l’altro non ti serviva, e lo avresti poi dovuto giustificare alla moglie (sempre se hai una moglie a cui giustificare un acquisto di un’auto che non ti serviva), che alla fine ti diceva che in fondo una nuova macchina può sempre servire, dopo che ci era seduta sopra e l’aveva guidata per qualche kilometro intorno all’isolato, oppure una assicuratrice di polizze vita con clienti che non morivano mai e per questo pagavano profumatamente ( sempre se per pagare per non morire avesse un odore)

-Ciao

-Ciao

-Che fai nella vita?

-Il venditore di incipit

-Mai sentito

-E tu?

-La venditrice di fuffa

-Mai sentito.

E rimasero in silenzio tre minuti e quindici secondi a pensare che in fin dei conti in questo cazzo di mondo si può vendere di tutto.

-Chi sei?

-Non lo so

-Da dove vieni?

-Da un altro universo

-Perché sei qui adesso?

-Perché ci sei tu!

-Ah! E cosa posso fare per te?

-Dammi qualcosa di buono da bere, grazie!

-Ti faccio assaggiare un buon bicchiere di sole.

-Buono…

-Come lo trovi?

-Chiaro… Ne hai ancora?

-Sì

-Quanto sole si può bere?

-Un infinità!