-Vorrei…
-Cosa?
-Dammi tempo…
E si prese tutto il tempo a disposizione.
-Vorrei essere al confine dell’espansione dell’universo. Rimanere
lì a guardarlo. Capire la sua evoluzione. Che cosa sta riempiendo? Immagino un
palloncino che si gonfia, un fumo che si libera, una macchia che si allarga, e
miliardi di stelle come cellule di Dio. Vorrei stare lì come appoggiato con le
braccia ad un muretto e vedere oltre. Perché sono rinchiuso in questo
contenitore che si chiama “corpo” e sentire dentro l’universo? Sono in una
flessibile tensione, a volte mi sembra di vibrare suoni. E mi sento incollato
qua. Perché?
-Belle…
-Belle cosa?
-Belle cazzate sparate qua e là…
-Non trovi che le cazzate siano il modo migliore per
esistere?
E rimasero lì a cazzeggiare per il tempo necessario.
-Io vado!
-Ciao!
-Ciao panchina, a domani!
Mentre si allontanò disse fra sé e sé.
-No, no, no, no, no, no, no, no, no… le panchine non parlano!
– scuotendo la testa.
-Scusa?
-Dici a me? – girandosi di scatto.
-Vedi qualcun altro in giro?
-No! Certo che no!
-Niente…
-Come niente?
-Era solo uno scherzo!
-Bello scherzo del cazzo!
-Dai non te la prendere! Il fatto è che la vernice è fresca.
-E quindi?
-Niente… per via di quella storia che ti sentivi incollato
qua…
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