sabato 17 giugno 2017

A centinaia di chilometri, in linea d’aria.


Tra il letto di lui e quello di lei, c’erano in linea d’aria, centinaia di chilometri. Dormivano separati da sempre, vivevano distanti le loro vite, conducevano le loro quotidiane abitudini lontani l’uno dall’altra come degli sconosciuti. Non si erano mai incontrati come non si incontrano mai tra loro miliardi di esseri umani. Una sera, dopo che lei fece un lungo viaggio di lavoro, si trovò a sistemare cose insieme a lui, che era lì per caso, a sistemare le medesime cose. Stavano in uno spazio preciso a raccogliere oggetti da imballare, a nastrarli con cura, a impacchettarli per essere poi portati via. Si incrociavano senza toccarsi procedendo a passi in diagonale alla ricerca degli angoli opposti. Sembrava che un invisibile elastico li tenesse attaccati come un bungee jumping orizzontale. A turno facevano il perno. Ogni tanto, lui la faceva sorridere, con discrete battute ironiche. C’era un eccesso di pudore anche se a entrambi il sangue ribolliva fino alle tempie. Dove c’è rispetto c’è una gran voglia di fare l’amore. Nel movimento reciproco all’esecuzione delle loro mansioni, se uno avesse seguito i loro passi tracciando linee con una matita, si sarebbe accorto da esperto grafico, che stava disegnando una stella. Lui era lento lei era una molla. Quando ebbero finito e svuotato il luogo, messo ogni cosa in un furgoncino, rimasero in silenzio a guardarsi intorno con le mani sui fianchi, a fissare il soffitto dove l’unica cosa che resta è il lampadario. D’altronde, la forza di gravità non consente di sistemare lassù nulla che non sia una ragnatela. Si guardarono le ginocchia quasi come in un inchino, e si strinsero la mano. Neanche un bacio. Non era il caso di dare ai loro occhi il beneficio di farsi un viaggio, che non fosse quello di ritorno.
L’amore non si consuma, l’amore è lasciare la presenza al vuoto di una stanza.
Lei si sedette al volante, inserì la chiave, attese il tempo necessario di sistemarsi i capelli attraverso lo specchietto retrovisore, e i loro occhi finalmente s’incrociarono. Lei ebbe una gran voglia di scendere e lui di andarle ad aprire la portiera. Stava in mezzo a una strada. Mancò il fiato, il cuore rimbombava, le gambe tremarono. Pochi secondi di trasporto per capire che quella donna avrebbe potuto sistemargli le cose, pochi secondi di trasporto per capire che quell’uomo avrebbe potuto sistemarle la vita. Mise in moto l’automezzo e partì spedita. Lui prese, con la sua consueta lentezza, la via di casa.
La mattina dopo accadde qualcosa, qualcosa di inaspettato, inatteso, impensabile: si dimenticarono, si scordarono, continuarono la loro vita solitaria, dormendo in letti separati, a centinaia di chilometri, in
linea d’aria.



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