- Qualcosa non ti convince?
Rob provò a girarsi, Liza non gli diede il tempo di farlo. Allungò il braccio facendogli vedere solo la mano aperta verso il mare blu cobalto.
- Quella davanti è una delle tante agave presenti nei giardini, insieme a migliaia di altre piante tropicali… crescono benissimo. Cresce pure il papiro e il banano.
- Il Paradiso?
- Qualcosa del genere.
Liza posò quella mano sulla spalla di Rob e gli chiese:
- Apri il libro, vai a pagina 40 riga 20 e leggi le due righe che di solito hai l’abitudine di fare.
Rob diede un’occhiata alle bianche unghie di Liza e pensò che basta veramente poco per crescere. Aprì minuziosamente le pagine ferite, arrivò alla pagina richiesta e contò le righe facendo scivolare il dito indice, mentre le unghie intimidite di Liza stringevano il deltoide. Avevano talmente paura che deglutirono insieme. Lui prese a leggere:
- Da soli si può vivere perfettamente… - si fermò a riprendere fiato.
- Vai avanti… - disse Liza affondando le unghie.
- Ma non una vita.
Rob finalmente si girò e la vide nella sua interezza. Le unghie erano entrate nella carne.
- E questo cos’è, un Paradiso interno?
- Chi lo sa! Magari mi è sfuggito qualcosa… mi sfugge sempre qualcosa.
Liza lasciò la presa, Rob vide mezze lune rosse come sorrisi sulla sua pelle.
- So già chi è l’assassino.
- Hai delle belle unghie.
- Crescono benissimo.
Per un attimo ebbero una gran voglia di piangere.
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