lunedì 19 settembre 2016

Lory


Mi innamorai pazzamente di Lory ad una festa di paese. Ci trovammo, non so come, di schiena.
Un appoggio improvviso, e poi ci girammo di scatto.
- Scusa.
- Niente
Una cometa nel cielo notturno. Lei aveva 14 anni io 18. Per fortuna in quel periodo Shakespeare non l’avevo mai letto. Era proprio una bella ragazza, di quelle che quando le guardi ti accorgi che niente è fuori posto. Cominciai ad andare a casa sua, dato che mi invitava sovente. I genitori stavano in cucina, e lei mi parlava del suo ragazzo di cui era innamorata. Una gran rottura di palle sentire le loro vicende mentre io pensavo a come fare per conquistarla. Suonava la chitarra, e cantava canzoni in inglese: erano sue, erano belle, perché non le capivo. Andammo avanti così per un po’ di anni, lei cambiò due o tre fidanzati, continuando a parlarmi di loro. Un pomeriggio d’estate la portai a prendere il sole sulle rive di un fiume. Stavamo lì a farci abbrustolire dal sole. Lei teneva gli occhi chiusi in attesa di qualcosa. Io la guardavo nel suo splendore: una sirena con due belle gambe, meglio di quelle che sbucano dal mare. Non riuscivo a decidermi, tremavo come un deficiente. Si mise a piovere e corremmo dentro la macchina. Restammo lì quasi due ore. Ed io non feci nulla, porca vacca, nulla. Era troppo bella. Pochi giorni dopo si mise con un tipo, e io presi coraggio: le scrissi una lettera d’amore. Non ne parlammo mai, non facemmo mai un accenno. Chissà se conserva ancora quella lettera in qualche cassetto.
Qualche mese dopo portai la sorella nello stesso posto e feci esattamente la stessa cosa.


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