domenica 19 marzo 2017

Terremoto

Quando è accaduto si è spento tutto: la luce, la musica, il riscaldamento.
Io stavo sotto il letto a cercare il gatto… sono stato fortunato. Aspetto.
Penso al cibo che andrà a male nel frigorifero, penso ai miei testi che nessuno ha mai letto, penso alle fotografie disposte nel cassetto. Provo a dormire rannicchiato in questo unico spazio, ma resto sveglio, perché ho paura di quello che potrebbero scoprire una volta che hanno scavato. Mi vergogno di alcune cose, che tengo custodite: in luoghi nascosti, nei fogli sparsi, dentro alle pagine dei libri, nelle scatole dei biscotti.
I miei soldi, le mie monete, i francobolli, un vecchio album delle figurine, gli appuntamenti di domani, la dichiarazione dei redditi.
Tanto non mi piaceva quel lavoro, forse è arrivato il momento di fare altro. Le decisioni migliori si prendono quando è crollato tutto.
Ecco, qualcosa si muove, mi vengono a prendere. Un’altra scossa più forte, si squarcia il pavimento, volo per alcuni metri al piano di sotto. Questa volta la botta l’ho sentita, le formiche invadono il mio corpo, il gatto mi lecca il naso. Per lui, il salto, è un gioco.
Guardo sulla mensola il pacchetto di sale grosso, che l’inquilina carina che vive qua sotto, mi ha chiesto un’ora fa suonandomi il campanello. Guardo più in là e vedo un altro pacchetto pieno. Bugiarda. Mi hai preso per il culo.
Mi fa male la testa. Butta giù la pasta. Domani facciamo i conti.
È proprio vero che in questa zona quando sorge il sole pare che tramonti. 




Nessun commento:

Posta un commento