domenica 23 aprile 2017

La fanciulla


Il brusio di un sigaro acceso si prende la scena nel frastuono della città.
Brucia incandescente a ogni tiro, di una bocca protesa a disporsi come un bacio ardente di una fanciulla che ha smesso di succhiare liquirizia.
Intorno passeggiano coppie surreali uscite dal fumo soffiato con impeto dolcemente aspirato.
Una tazzina vuota con teiera riposa sul tavolino all'aperto, sperando di rimanere a lungo in quella attesa calda di essere riempita.
Il disordine preciso coglie le prime luci della sera, le ombre entrano in gioco e si allungano lentamente fino a toccarsi, a confondersi, ad accavallarsi.
La solitaria presenza non vuole distinguersi, vuole assolutamente mischiarsi.
Il sigaro rimane in bilico sul tavolo a consumarsi.
La fanciulla non paga il servizio, scappa dietro l'angolo, felice di averla fatta franca, tra il via vai del tempo che scorre tra gli incroci e i locali disposti a concedere credito ai fuggitivi.
Qualcun altro pagherà l'innocente furto, di una bevanda lasciata in deposito assieme al bruciore di qualcosa acceso che tende a non spegnersi neanche quando il cameriere libera il tavolo.





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