domenica 30 aprile 2017

Basta



Catturato da un'inspiegabile frenesia, decise di uscire dal confortevole rifugio, per addentrarsi verso spaziosi viali alberati, alla ricerca di incontri controversi, per darsi un tono nuovo ai fulmini a ciel sereno. Quando vide ciò che pensava di vedere, seduta su quella panchina colorata, decise di intraprendere quella destinazione e di provare a far emergere tutto ciò che di utile potesse esprimere. Appena tentò di pronunciare qualcosa che fosse digeribile, lei lo stoppò con un "basta!" inconfutabile. Lui la prese male ed ebbe un fremito di fastidio dai tendini di Achille fino alla fontanella: luogo dove si abbeverano le fantasie più estreme. Prese fiato e ripropose un altro tentativo di approccio, dovuto dal caso ma non troppo, provocato dalla causale insistenza a provocare qualcosa che desse seguito alla sua esistenza. Ma lei ribadì il suo "basta!" prima ancora che lui potesse esprimere qualcosa. Colto impreparato da questa tendenza di chiusura, decise di aprire uno spiraglio, buttandosi a capofitto verso la naturale intenzione di voler dire ciò per cui era venuto, ovvero, dare un senso all'incontro per il quale aveva istintivamente desiderato quando aveva varcato la soglia del confortevole rifugio. E si appellò all'unica cosa che poteva aggrapparsi, quella semplice attitudine che si nutre della verità più limpida.
- Sono qua per te.
Lei indossò i suoi fatidici occhi di pioggia, il suo viso rutilante d'estate, i suoi capelli sciolti sulle spalle, e rispose come sempre, aggiungendo qualcosa appena percettibile, ma che fosse decisamente determinante:
- Basta poco per sentirsi importante.




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