sabato 9 novembre 2013

Momenti




Ci sono dei momenti senza tempo dove hai capito tutto, quella frazione di secondo dopo che non ci capivi un cazzo, quando le parole non avevano senso, quando il ragno non si trovava nel buco, quando non ci stavi più nella pelle, quella di un altro.
E le stronzate seguivano il loro percorso naturale, la loro strada diritta senza curve, dominate da qualche entità lontana, lontana più del normale.
In quel momento ti sentivi un bambino che giocava con la neve, solo perché era fatta di un unico colore ma non sapevi più quale.
Una terapia verbale, una assoluta voglia di cazzeggiare.
Una nuotata nell’oceano, con un salvagente bucato alla vita per affogare, dato che eri una cazzo di balena, con un buco nella schiena per sputare saliva, che era il movimento imperfetto di elevare.
Parole alla cazzo di cane, tanto per offendere un animale fedele, che ti leccava la faccia come ti leccava tua madre.
E respiravi acqua nel suo grembo perché lo sapevi fare, e respiravi aria solo per sopravvivere, e respiravi ossigeno in qualche luogo banale.

- A cosa serve l’ombelico?
- A mangiare…
- Un buco allo stomaco…
- Io lo vorrei spostare…
- Dove?
- Sulla schiena…
- Per cosa?
- Per respirare…


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