lunedì 1 agosto 2016

Quella piccola donna che zampettava nella radura


Anni fa, ero andato con i miei genitori nelle Marche, in un agriturismo, nell’entroterra, tra le colline ondulate piene di grano di giorno e piene di lucciole notturne. Una mattina mi svegliai alle sette e uscii sul balcone a godermi il sorgere del sole. Quando sbucò, mi prese gli occhi e mi schiaffeggiò le gote. Li tenni socchiusi qualche secondo per abituarmi al suo flash accecante, poi mi voltai per difendermi e riprendere la vista nell’ombra. Quindi, mi girai di scatto e lo sfidai guardando con gli occhi spalancati il paesaggio dorato.
In lontananza vidi una sagoma femminile che correva per le strade sterrate. Zigzagava, saliva e scendeva. Aveva una cadenza precisa: passi corti e veloci. Le braccia oscillavano rapidamente come una macchina da cucire, ed era imbacuccata con diverse maglie addosso con colori differenti, una bandana in testa e un girasole in mano. Se non avesse avuto sembianze femminili avrei pensato che fosse Celentano. Pareva potesse prendere il volo come un uccellino da un momento all’altro, grazie ai raggi del sole alla schiena. Ero affascinato da quella piccola donna che zampettava nella radura e la seguivo con lo sguardo: ogni tanto spariva nella valle per poi spuntare sulla cima di una collina. Un sali e scendi di un cartone animato. Intanto il pianeta terra si mosse lentamente, come è solito fare, portando il sole più in alto, la vidi arrivare.
Era lei. Aveva 70 anni, allora.
- Sono andata a fare una corsetta.
Per la prima volta in vita mia vidi mia madre correre come una cavalletta.


Nessun commento:

Posta un commento