venerdì 26 ottobre 2018

Molly

Mentre Molly, con la sua delicata prudente mano - una clessidra del tempo - gli accarezzava i suoi capelli neri, con l'intenzione di trasformarli in sabbia, lui stava sdraiato confuso sul divano, a leggere complicate pagine disordinate di un libro di Cortazar.
- Perché leggi sempre cose che non capisci?
- Per far passare il tempo.
Gli tirò appena i capelli e poi se li fece scivolare tra le dita.
- Un giorno mi cadranno tutti, di colpo - le disse, voltandosi, sorridendo con i suoi denti storti. Lei fece un sospiro e lui riprese a leggere.
Era già tardi, la luna fuori era invadente, troppo grande per svegliare erotiche maree. Molly decise di fare un caffè e di mettere su un vinile.
- Paul, ti piace...
- Sì.
Un fruscio e un gorgoglio, e la stanza si riempì di musica e di moka.
Bevvero il caffè bollente con due cucchiaini di zucchero di canna, si accesero la sigaretta e aprirono la finestra. Una nuvola avvolse la luna.
- Domani piove, Molly.
Guardarono sotto, la strada era deserta. Lanciarono le cicche. Volarono via come due fuochi artificiali appena esplosi, due vite andate in fumo che si spegnevano sull'asfalto.
- Non ti amo più, Paul.
- Neanch'io, Molly.
Molly si allontanò nel medesimo istante, durante il quale, la nuvola grigia che avvolgeva la luna, si sfaldò, come vapore acqueo, lucidandola di un argento vivo, che non bastava tutto l'oro del mondo per quanto fosse preziosa in quel momento.
- Io vado a fare un bagno.
Lei si fece scivolare, lungo il suo corpo, il suo aderente vestito e si avviò nuda verso il corridoio. Paul la osservò come faceva sempre, con quello sguardo spento ma con il cuore pulsante nelle pupille da farlo lacrimare, e si chiese quale fosse il motivo vero, per quell'intenso, potente, vivo desiderio che aveva verso quella enigmatica crudele creatura, che giocava con attenta passione ad essere piacevolmente insensibile.
- Non farmi aspettare.

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