Era partita per la Siberia. Andava a cercare una
borsa. Questo disse a sua madre e a sua padre. Loro la lasciarono andare,
d’altronde l’avevano messa al mondo perché andasse a cercare qualcosa.
- Torno presto! – disse senza girarsi, aprendo la porta con
la valigia in mano e un colbacco nero in testa, a risaltare i capelli chiari
che ornavano la sua schiena come filamenti d’oro.
“Un corpo di spalle può essere eloquente quanto
l’espressione di un viso” – pensò sua madre vedendola uscire.
- Che borsa andrà a cercare? – sussurrò il padre che
tratteneva con fatica l’acqua che si era creata a ridosso degli occhi, come se
avessero rotto gli argini, per colpa di una crepa di una diga lontana che fino
a quel momento era stata certificata come sicura.
Non ci fu risposta.
Per quella ragazza tutto avvenne così veloce che lei dal
treno vide già la neve.
- Pronto, mamma…
- Pronto, ciao piccola mia, ti sento come se fossi qui… non
sembra che tu sia…
- Mamma…
- Cosa?
- Ho trovato la borsa…
E cadde la linea.
“Chissà quante cose dovrà ancora cercare” – pensò sua madre
posando delicatamente la cornetta come si posa un neonato nella sua culla.
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