mercoledì 16 gennaio 2013

Uno qualunque


-Domani mi sposo!

-Bene!

-Ho paura di sposare uno qualunque…

-Pensa a quella volta che eri in treno… e lui era lì… seduto di fronte… uno qualunque… e cominciasti a fantasticare su di lui… e lui scese due stazioni prima… e tu intanto ci avevi già fatto l’amore un centinaio di volte… o quella volta all’aeroporto quando vi siete guardati… e poi sull’aereo… e lui era seduto dietro di te… e tu non potevi girarti… e i suoi occhi ti erano addosso… troppo addosso per non sentirli… o quella volta al bar… e ti era accanto… girato di schiena… e si voltò… e  rimase a fissare te con la tazzina del caffè in mano… nella speranza di leggerci qualcosa dentro… che riguardasse voi due… nel fondo della tazzina… che lasciasti lì… perché dovevi andare via che eri in ritardo… quando in realtà non si può essere in ritardo se si ferma il tempo… o quella volta sulla spiaggia… quando lui passò e ti fece ombra… e tu apristi gli occhi… e lui era lì ad un metro da te… che tentava di aprire un ombrellone… e ti sorrise… e si scusò… per l’ombra… per il rumore…

-Mah…

-Cosa?

-Vedi… sul treno… era sceso con me… alla stessa stazione… e  quella volta all’aeroporto… abbiamo perso entrambi l’aereo… e quella volta al bar… non ero in ritardo… e quella volta in spiaggia… gli avevo aperto io l’ombrellone a quell’imbranato… capisci?

-Capisco…

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