sabato 25 maggio 2013

E poi sei lì...

E poi sei lì, in questa conversazione fatta di parole che non dicono nulla, solo la necessità di parlare, in una comunicazione fatta di sguardi, tra gli occhi e la bocca, perché non sai più dove guardare. Luci e ombre, e scende una sottile pioggia a ricordare un rumore, malgrado sia maggio inoltrato ed hai bisogno di un leggero calore. Hai voglia di sorridere di cazzate tra neuroni che si mischiano di una elettricità di fili sparsi da riordinare. Dove prendo la corrente per accendere lo schermo del mio viso, che vuole interpretare un film già visto, che si vuole comunque rivedere? Poi capita che il filo si spezza e il discorso si blocca, e non c’è più un cazzo da dire... e i fili non sono più da mischiare. Il rosso, il blu, il marrone, il giallo… quello va lì… quell’altro là… ed ecco che tutto si accende… e dopo un secondo scatta il contatore, e forse hai sbagliato qualcosa, perché non sei un elettricista, sei solo una lampadina avvitata su se stessa, che vuole illuminare una stanza, che per molto tempo è stata buia…









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