martedì 22 settembre 2015

La vicina di casa


La finestra è sempre accesa dalla luce e dalla sua sigaretta. Io sto di qua a casa mia, seduto sulla sedia a leggere qualcosa. A volte vorrei scattare per andare da lei, e lanciarmi dal balcone per aggrapparmi al suo davanzale, solo per tirarmi su e ridere.
- Ma sei matto? – mi direbbe sorpresa.
- Ogni tanto… – mi verrebbe da rispondere
Lei si nasconde, la guardo tra le fessure della persiana. Di giorno ci salutiamo appena, lei abbassa lo sguardo, io invece cerco qualcosa. Una volta le ho aperto il cancello, c’è mancato poco che le toccassi la mano. Non ha voglia di parlare e ha sempre un passo veloce che la porta a sparire. A ogni incontro ci manca il fiato.
Ora fuma e manda messaggi. Io sto ascoltando musica. Non è molto alta, sia lei che la musica. Lascio che si diffonda nell’aria. La vedo che ondeggia e segue il tempo, forse sogna di fare l’amore, di essere abbracciata, di essere spettinata. Io cammino avanti e indietro solo per donarle la mia ombra. Apro il frigo e bevo, lo faccio tutte le sere. Per quanto la distanza sia breve, siamo lontani anni luce. Se un desiderio esiste verrà sepolto dalle nostre abitudini. Non so come ti chiami.
- Ciao…
Lei fa solo un cenno e spegne la sigaretta.
Io raccolgo la roba stesa.
È asciutta.

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