martedì 15 settembre 2015

Pensavo fossi tu


Pensavo fossi tu. È bastato guardarti camminare. Ogni passo si accendeva un lampione. Perdonami se non ho colto la luce. Le tue scarpe sembravano scivolare e le tue ginocchia si piegavano con eleganza come se stessi salendo di scalino in scalino in orizzontale. Mi sei venuta incontro e mi hai chiesto di andare. Ho creduto di mettere in moto un’astronave. Abbiamo lasciato una scia di polvere lucente che solo una bacchetta con una stella sopra sa fare. Non era certo l’albero di Natale, non era certo un regalo da scartare. Osservavo gli strumenti per capire. Non sapevo come si potesse viaggiare nell’universo, in quella sera di poche stelle, che erano come le macchie che ho sempre sulla mia pelle. Ho avuto paura di non saper respirare fuori dall’atmosfera abituale. L’aria era diventata pesante come una frana, io che non so più come si tocca una marziana. Me lo sono chiesto mentre decollavo. Tu mi hai preso la mano. Mi hai detto di cambiare tasto. Non c’erano libretti di istruzione. Le galassie sono troppo lontane. Non siamo mai partiti. In realtà sono stato fermo perché ero altrove.
- Sei senza benzina?
- Scusami, non so girare la chiave.

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