domenica 27 settembre 2015

Incontrarsi


Incontrarsi.
Che cosa è cambiato dall’ultima volta? Credo nulla. Finiremo per incontrarci ancora. Mi parli dei tuoi difetti, non sono mai gli stessi. Me li consegni come regali già aperti. Forse è il tuo modo per raccontarti, hai paura di piacerti. Chissà se ti accarezzi. Pensa che io non li ho mai notati, li ho solo intravisti. Vorrei unirli e metterli in disordine in tutti gli specchi, così la prossima volta me li ricordo tutti. Eppure siamo al solito posto, sembra che il tempo sia una bizzarra fotografia che scolorisce, ti ricordi? Mi hai detto che parlavamo molto sul balcone di una discoteca. La musica era alta, la gente sotto ballava e noi tagliavamo la corda. Che cazzo ci si diceva. Si fumava. Non ricordo nulla, ti riconosco solo ora. Hai la spalla scoperta, è la prima volta che sei erotica. Un vulcano spento è la tua scapola, vorrei metterci la faccia. Respirare il tuo cuore e inghiottirlo come una pillola. Quante volte avremmo potuto curarci senza ricorrere ad ambulanze a forma di nuvole. Le sirene non si sono mai spiegate, non sono mai venute a prendermi.
- Le solite cose…
Le nostre risposte tra bicchieri mezzi pieni di amari per digerire i nostri innumerevoli incontri. Perché non stiamo zitti, potrei baciarti.
- E poi che succede?
- Potremo smettere di incontrarci.

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