lunedì 7 marzo 2016

Fallire

Ieri sera leggendo alcune righe di un libro di Francesco Piccolo, finalmente ho trovato il concetto che cercavo da molto tempo, un concetto molto semplice che supera tutte quelle intenzioni di dover trovare sempre la soluzione a tutti i problemi che assillano l’esistenza. Se ogni tanto ti svegli la mattina è ti senti un fallito, che vuoi che sia: evviva il fallimento!!! Basta con questa necessità di essere pronti, amati, brillanti, avere l’opinione giusta, pieni di meraviglia ogni santo giorno, come se la vita fosse costringersi ad essere quello non sei. Facciamo un bel corso su come fallire bene, un corso di tre giorni. Bello! in controtendenza con le solite necessità di dimostrare quanto siamo bravi ed efficienti, sempre sul pezzo, ironici e intelligenti. Ma suvvia, il fallimento è una bella cosa, è umano. Prendersi per il culo è la prima cosa da fare appena alzati, per sentirsi completamente dei falliti. Che gioia immensa, non avere tutti sti doveri, divieti imposti, responsabilità eccessive. CHE PALLE! Scrivete sui vostri curriculum vitae: “Scusate, ma ci sono dei giorni dell’anno che non ho voglia di fare un cazzo, sappiatelo, quel giorno farò di tutto per far fallire l’azienda, ma state tranquilli, non ci riuscirò, perché fallire è un’impresa”.

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