venerdì 25 marzo 2016

Pic-Nic

È un incipit scritto così su due piedi.
Non resta in piedi come incipit perché sta seduto.
Non ha nulla a che fare con il capo degli indiani, quello che si definiva "Toro" dai suoi guerriglieri.
Ma è la storia di Pico Nico che è conosciuto da tutti come Pic-Nic, per via della sua coperta di Linus e il suo panino al prosciutto con la maionese.
È un filosofo della Mirandola che viaggia sempre last minute sulla Concordia. ...
A lui piace sdraiarsi nei campi sportivi in erba sintetica, a centrocampo, per avere la visione del gioco della bottiglia, per baciarsi da solo.
Ha sempre la maglia granata per via del "Toro" di prima, con lo sponsor dei salami "Beretta".
Lui se vuole ti affetta.
Gli piace la "Peroni" in lattina come birretta, e le bionde come sigaretta.
Se le fuma tutte, belle e brutte, basta che respirino.
Pic-nic sparge briciole come Pollicino scuotendo la coperta.
Ogni volta che lo fa, dopo un po’ nevica, e poi se la sniffa.
Un giorno ci fu una finale importante e lui cercò di invadere il campo per riprendersi il luogo delle sue merende.
Venne arrestato perché non aveva pagato il biglietto, per insubordinazione verso la “Madama” e i loro manganelli, e per cori definiti razzisti in quanto inneggiava di andare a farsi fottere tutti e di darsi all’ippica, dato che non amava i cavalli.
Prese gli arresti domiciliari e la squalifica a vita da tutti i campi di gioco.
Quel giorno Pic-Nic decise di mettere la coperta al chiodo e dedicarsi con impegno come addetto al trasporto di carichi pesanti alla stazione centrale con scarsi risultati.
Oggi siamo andati a trovarlo e gli abbiamo suonato il campanello.
- Ciao, Pic-nic.
- Non mi chiamo più così.
- E come ti chiami?
- Facchino spento!
- Cioè?
- Fuck-off


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