domenica 19 aprile 2015

Film

Tu che stai due poltrone più avanti. Tu che sei seduta composta, a vedere un film da sola, in un cinema semivuoto, a lasciare che ti guardi la testa. Tu che fai finta, tu che non ti accorgi, io che non ti ho mai tolto gli occhi di dosso. Ci siamo io e te e qualcun altro, e non mi sono mosso. C’è una trama, guarda caso. Le solite cose. Il mio sguardo sulla tua nuca. Non ti girare, non saprei cosa dire. Sono solo entrato per osservare. Non spaventarti. Non sono come quei tizi che vorrebbero importunarti. Stavo andando a casa e poi ti ho visto entrare, non ho resistito; ho schiacciato il pedale e ho parcheggiato. Sono proprio matto, ho fatto il biglietto. Un signore me lo ha strappato. Voglio solo questo ricordo. Io sono il regista, tu sei la protagonista, conosci bene il tuo ruolo. Non lo avevo previsto. Non l’avevi previsto. Lo vediamo adesso. Passano i titoli di coda come passa veloce il tempo. Ti alzi e mi passi accanto, mentre cerchi qualcosa nella borsa. Sempre a rovistare state, sempre a cercare qualcosa che non trovate, mentre io ho le tasche vuote. Rimango con le mani in mano. Che ti dico se ti corro appresso. Lascio passare un minuto. Mi alzo, faccio qualche passo, sposto la tenda e tu sei ancora all’ingresso.
- Perdonami, non l’ho mai fatto! – quasi ti urlo.
- Cosa?
- Cambiare la storia.
- Ma lo hai visto il film? – mi chiedi nello spazio.
- Dall'inizio...

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