martedì 14 aprile 2015

Preda

Fece 800 km e si presentò a casa mia vestita di pioggia.
- Volevo vederti – così mi disse tutta bagnata.
Terry era fatta così, scappava da se stessa. Glielo disse il suo psicanalista. In realtà fuggiva dai suoi pensieri che erano diventati dei predatori immaginari. Le diedi un asciugamano e le dissi che non possedevo un phon.
- Non fa niente!
Si sedette sul divano e guardò i muri, il soffitto e gli angoli. Aveva i capelli biondi dritti come gli spaghetti.
- Scusami, ma è un periodo che sono troppo ferma.
Parlava come se fosse una persona che non sa fare una scelta.
- Beh, ora ti sei mossa abbastanza!
- Già!
Le feci un caffè e non dicemmo niente. Lasciammo che parlassero i cucchiaini che giravano lo zucchero e si appoggiavano ai piattini.
- Cosa ti ha spinto a fare tutta sta strada? – le chiesi mentre posavo nel lavandino le tazzine.
- Sono stanca dei lieti fine.
- Io vendo bruschi inizi.
- Allora sono nel posto giusto.
Poi, tornò a casa perché non voleva essere una preda.
- C'è qualcuno che mi aspetta!

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