domenica 8 novembre 2015

Nora

Quando uscii dal locale guardai l'ora: erano le 23. Mi misi a chiacchierare con amici. Lei arrivò all'improvviso: precisa, puntuale come il tempo. Parlammo del più e del meno, nel senso che parlai solo io. Aveva una bellezza africana anche se era più bianca di una colomba. Il suo sorriso svolazzava, infatti, la sua bocca era aperta come le ali di un'aquila reale quando si libra nell'aria. Le piaceva ridere e questo lo faceva sovente, anche con sua madre, così ci disse. (Nessuno di noi si prese la briga di chieder conferma).
Poi, salutò volendo prendermi una mano tra le sue, come quelli che hanno appena vinto una finale.
- Come ti chiami? - le chiesi al suono della mezzanotte.
- Nora!
Erano passati esattamente 60 minuti.




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