Era
diventato così. Sapeva che sarebbe diventato così fin da bambino. Infatti, per diventare
quello che era adesso, bastava che si ricordasse com’era stato da bambino. Era convinto
che il suo cuore si fosse rimpicciolito, quindi, pulsava come pulsano i cuori
infantili: tu tum, tu tum, tu tum. Lo ascoltava bene con la mano sul petto e
gli occhi chiusi. Aveva avuto una vita più che dignitosa. Aveva trovato un buon
lavoro che gli garantiva quelle cose che tutti vorrebbero: un macchina, un
piccolo appartamento, bei vestiti, qualche storia d’amore, la televisione:
quelle cose utili al consumo. Prima quelle cose le avevano gli altri, perché da
bambino, lui aveva talmente poco che gli bastava. A lui bastava tutto quello
che c’era nel suo cortile: le pietre, la terra, le verdure dell’orto, un
pallone sgonfio, un trattore di plastica. Un giorno trovò per strada un album
delle figurine incompleto e lo portò a casa. Lo nascose in cantina in un baule
pieno di ferraglia. Pensò che quando sarebbe diventato grande lo avrebbe
completato. Ora che era grande si ricordò di quell’album e capì quanto fosse
incompleta la sua vita. Troppi spazi vuoti, troppe figurine mancanti. Rifletteva
su questa cosa stando sdraiato sul divano a fissare il soffitto. Non si era mai
sentito così ricco senza niente. Tutta la sua vita era trascorsa nella
responsabilità e nel dovere. Ogni cosa che faceva era precisa, per elevare se
stesso e per essere riconosciuto nella società. Aveva la necessità umana di
sentirsi dire ogni tanto “Bravo!” perché così gli avevano detto. Non disdiceva
neanche qualche premio economico per il suo diligente modo di fare. All’improvviso
era diventato pigro, troppo pigro, quindi stava in una sorta di felicità
strana, nel senso che sentiva che doveva fare qualcosa ma che se non la faceva
era meglio. Non voleva più fare un cazzo. Non era la noia che lo assaliva,
anzi, era la bellezza di eliminare ogni stronzata sul senso della vita. Aveva
sentito esperti in materia su come migliorare se stessi, aveva letto molti
libri di avventura, aveva incontrato persone degne di ascolto, e alcune ragazze
che volevano anche saltargli addosso. In realtà lui ora voleva solo togliere e
non aggiungere altro. Voleva togliere tutto quello che il mondo diceva di fare,
lui voleva fare il contrario. Il contrario di cosa? Qualsiasi cosa che gli
veniva detto era già il contrario del contrario di quello che avrebbe dovuto
fare. Non voleva più fare un cazzo. Voleva regalare tutto, quel poco che gli
era rimasto. Immaginò di non avere più niente. Immaginò di non avere più
sensazioni, emozioni, rabbie, colpe e cazzate varie. Rimise la mano sul cuore e
divenne invisibile. Durò pochi secondi che furono eterni.
- È ora di
andare a scuola!- Mamma, io in quel posto di merda non ci voglio andare!
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