mercoledì 22 luglio 2015

La via lattea

Ricordo come se fosse ieri, quando, in luglio, ci arrampicammo su per le vigne delle colline liguri.
- C’è buio pesto! – dissi scivolando indietro di qualche metro.
- Siamo in Liguria.
Capii la battuta solo qualche ora dopo.
Ci sedemmo su una riva e guardammo il litorale illuminato. Il rumore del mare era simile ai nostri respiri: lui lontano e noi più vicini.
- Guarda, la via lattea! – dissi ancora appoggiando la testa sulla tua spalla.
Tu cominciasti a ridere e ti coricasti per terra. Singhiozzavi di felicità e per un attimo pensai che stessi per soffocare. Quant’eri bella con quegl’occhi chiusi e quella bocca aperta, a tenerti la pancia con le mani, a far confondere i tuoi capelli con i rami.
- Ma quella è la via Aurelia!
E mi desti una carezza.
Non ti dissi mai che i miei occhi erano rivolti al cielo e non alla terra. Ti lasciai questa mia presunta ingenuità, perché l’avrei sempre adoperata per vederti continuamente bella.
- Ti sei offeso? – mi chiesi.
Io ti risposi con un bacio.
- Non è troppo presto?
E un altro bacio ancora.
Quella notte facemmo l’amore, auto e stelle sfrecciarono nella notte inconsapevoli di noi che rallentavamo le nostre vite intrecciate.
Tutto sfugge, tutto passa, tutto torna: io sulla via Lattea e tu sulla via Aurelia.



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