domenica 31 gennaio 2016

Il bacio che non ti ho dato

Il bacio che non ti diedi è un bacio che non ti ho dato.
Eravamo in piedi, al primo piano, sul pavimento labile di un locale diroccato. Bastava fare un passo e sarebbe crollato. Era una casa di legno in mezzo a un prato, sulla parete c’era un manifesto di un film già visto, un manifesto strappato, via col vento.
Mentre tutto scricchiolava noi mangiavamo ciliegie rubate da un albero.
Un’ora prima le mie mani sollevavano il tuo piede nudo mentre tu raccoglievi quelle gocce rosse come le tue guance quando ti ero vicino. Avevi una gonna bianca come la caviglia, e alzai la testa. Non te lo dissi mai, ma sbirciai, fino al tuo cavo popliteo: in quel luogo chiuso avrei volentieri abbandonato il mio muso.
Sputai il nocciolo e lo guardammo rimbalzare; quel giorno, non ti diedi un bacio perché era troppo presto. Un bacio non dato è senza passato, è una ciliegia appesa che diventa amarena, è girarsi di schiena. Non lo feci per non essere scaraventato nel futuro, tu lo sapevi come odiassi quello che non si era ancora avverato. Masticare i nostri baci non dati mi tolse le immagini e anche il fiato, i figli mai nati, i semi seccati, solo per non essere contaminati dagli obblighi. Non ti diedi quel bacio perché avevo parlato sapendo che non avevo nulla da dirti. Ti guardai la guancia e ti urlai sottovoce il mio silenzio mentre tu osservavi il piano sottostante come un angelo sul tetto di un campanile. Ma il tempo è passato, scandito, tu sei stata baciata da altri, e io mi tengo questo desiderio rimasto, perché un bacio non dato vive molto più a lungo in eterno.
- Perché non mi baciasti?
- Perché sarei caduto!



Nessun commento:

Posta un commento