lunedì 5 dicembre 2016

Penelope


Penelope è greca. È una ragazza sportiva, fa triathlon. Un giorno un tizio s’innamora perdutamente di lei. È uno che viaggia molto e si chiama Ulisse. Ulisse sa pedalare e correre ma con l’acqua non ha un buon rapporto. Spesso ha rischiato di annegare in passato. A Penelope non importa, solo che quando lui si presenta col salvagente, non lo sopporta. Quando fanno l’amore, però, Ulisse sbaglia sempre il nome, è un tipo distratto, ogni tanto la chiama Circe, ogni tanto Calipso.
E a lei non va giù.
- Chi sono io?
- Nessuno!
E lui si inorgoglisce sempre a questa risposta.
Un giorno Penelope invita cinque proci a casa sua a mangiare pranzo. È una brava cuoca, sa fare il porco con le vongole e il coriandolo: una ricetta tipica brasiliana di Rio de Janeiro. I proci mangiano a sbaffo e bevono litri di vino. Si sono convinti che uno di loro spodesterà Ulisse. Per un mese tutti e cinque la corteggiano, e si iscrivono a tutte le gare di triathlon con scarsi risultati, che fa dire a Penelope, quando li vede all’opera nelle loro tristi esibizioni sportive, la seguente frase:
- Ma guarda sti proci.
Allo scadere del mese si presentano tutte e cinque alla porta di casa di Penelope e provano a capire le sue intenzioni. Mentre discorrono del più e del meno, a un procio non gli sovviene una domanda ovvia da fare, dato le circostanze!?
- Mah, Ulisse?
- Chi? Il porco?


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