giovedì 10 aprile 2014

Stare


- Come stai?
Quando me lo chiese aveva le mani occupate a correggersi i capelli. Lei era fatta così, credo. Passava parte del suo tempo prezioso ad aggiustarsi la frangia. Era come una sarta che prendeva della seta e se l’appoggiava sulla testa, e poi scivolava via, e la riprendeva, e scivolava ancora inesorabilmente. Lo faceva un’infinità di volte in modo naturale, come si farebbe con i bambini che cadono a terra perché non sanno ancora camminare. Io non potevo far finta di non guardarla perché la cura che aveva per i suoi capelli era delicata. Mi colpiva questo gesto lento accompagnato da una dolcezza d’animo. Probabilmente una disciplina antica tramandata da secoli di passaggi di consegna. Perché passava il suo tempo a raccogliere la frangia? Perché non la lasciava così, appesa? Voleva che fosse chiaro il suo viso o forse le piaceva accarezzarsi la sua folta chioma? Ebbi un sussulto quando se la tolse. Sì, perché lei si tolse i capelli. Aveva una parrucca e la vidi nuda senza un pelo sulla testa.
- Allora, come stai?
Quando me lo chiese un’altra volta, le sue mani non fecero più nulla perché erano nascoste dalla parrucca. La domanda era sempre la stessa ma la risposta era cambiata. Non so perché fosse cambiata, anche perché io non risposi neanche alla prima. Era cambiata la scena, e non perché lei fosse meno bella, anzi, erano le mani che non facevano più nulla. Mi chiesi che tipo di rapporto avevo col mondo esterno, perché quello che avevo registrato in un primo momento era radicalmente cambiato in un secondo. Non potevo non dire che c’era qualcosa di diverso malgrado avessi davanti sempre la stessa persona. Cosa cambiò in me? Cambiò lo stare, ecco cosa si era modificato. Naturalmente non risposi perché non sapevo cosa dire. Sta di fatto che lei si alzò e lasciò lì la parrucca e si allontanò di qualche passo fermandosi tra me e il sole. Si voltò e mi mostrò le mani.
- Guardami bene! – mi disse.
E lo feci con attenzione.
- Quindi, come stai?
- Sto come quelli che non sanno stare.
- Stammi bene.
E la sua testa si allontanò lasciandomi il sole sulla faccia.

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