martedì 1 aprile 2014

Strawberry fields forever


Quando arrivai all’ingresso diedi l’invito ed entrai nel castello. Era una festa, e io avevo il volto coperto da una maschera bianca senza alcuna espressione se non di sgomento, e quando mi vidi allo specchio, ebbi un leggero sussulto, pensando che lì sotto ci fossi io e non un altro. Avevo un mantello nero col cappuccio, per essere alla vista di tutti, ancora più inquieto. Una musica soave aleggiava nell’aria. Canti ortodossi che rallentavano i passi. Il soffitto era alto e la sala era un grande cerchio, con pile di cemento ai lati per sorreggere un piano superiore, dove altre maschere si appoggiavano al balcone. Nessuno parlava malgrado le teste si muovessero per guardarsi intorno. Per quanto fossi stato attento, mi accorsi solo dopo un po’ di tempo, che tutti avevano la stessa maschera bianca identica alla mia e lo stesso mantello nero col cappuccio sulla testa. Sembrava che fossi in una stanza immersa di specchi che riflettevano la mia immagine funesta. Ad un certo momento iniziai a fare una lenta danza circolare e tutti fecero lo stesso. Imitavano ogni mio passo e mi sentii parte di loro e loro di me stesso. Chiusi gli occhi e mi misi ad ondeggiare piegando le gambe e facendo andare le braccia come un pendolo irregolare. Ebbi la sensazione di alzarmi da terra e pensai di lievitare. Girai come un vortice e librai nell’aria, e rimasi sospeso. Non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per non cadere e li tenni chiusi fino a quando una mano morbida e profumata mi tolse la maschera dal viso. Mi trovai disteso sull’erba col sole negli occhi e una mano sulla mia faccia. La leccai senza motivo per scoprire il gusto, e sapeva di fragola. Tra le dita intravidi un viso di ragazza coi capelli neri legati e una lunga coda che le accarezzava una spalla. I suoi occhi marroni erano molto aperti e la sua bocca si mosse per dirmi qualcosa che non riuscivo a sentire. Tolse la mano e appoggiò la testa sul mio petto e si lasciò addormentare. Il cielo era azzurro e il prato era immerso di fragole infinite. Dove mi trovavo? Se quello fosse stato il paradiso, nulla avrebbe potuto farmi tornare indietro. Lei si svegliò e mi prese la mano. Ci alzammo in piedi e mi sussurrò in un orecchio:
- Ti piace?
- Non lo so.
Era una risposta sbagliata dato che stavo bene, ma mi vennero quelle parole.
- Vuoi fare l’amore con me?
- Non lo so.
Anche questa era una risposta sbagliata dato che lei era decisamente desiderabile e bella.
- Chiudi gli occhi!
E lo feci.
- Tu conosci il mistero dell’universo?
- No.
- Il segreto te lo rivelo adesso, sei pronto?
Feci sì con la testa e mi baciò.
Quando aprii gli occhi, mi accorsi che la festa era finita e che la mia maschera era sempre la stessa.
Mi incamminai verso l’uscita, e una maschera identica alla mia, si avvicinò al mio orecchio, e mi sussurrò con la medesima voce della ragazza di prima, la stessa domanda:
- Allora, lo conosci il mistero dell’universo?
Guardai tra le fessure della maschera i suoi occhi marroni, e la riconobbi.
- Non lo so, ti ho detto!
- Il segreto dell’universo è adesso.

http://youtu.be/J3jrWVp2L7U

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