Quando
arrivai all’ingresso diedi l’invito ed entrai nel castello. Era una festa, e io
avevo il volto coperto da una maschera bianca senza alcuna espressione se non
di sgomento, e quando mi vidi allo specchio, ebbi un leggero sussulto, pensando
che lì sotto ci fossi io e non un altro. Avevo un mantello nero col cappuccio,
per essere alla vista di tutti, ancora più inquieto. Una musica soave aleggiava
nell’aria. Canti ortodossi che rallentavano i passi. Il soffitto era alto e la sala
era un grande cerchio, con pile di cemento ai lati per sorreggere un piano
superiore, dove altre maschere si appoggiavano al balcone. Nessuno parlava
malgrado le teste si muovessero per guardarsi intorno. Per quanto fossi stato attento,
mi accorsi solo dopo un po’ di tempo, che tutti avevano la stessa maschera
bianca identica alla mia e lo stesso mantello nero col cappuccio sulla testa. Sembrava
che fossi in una stanza immersa di specchi che riflettevano la mia immagine
funesta. Ad un certo momento iniziai a fare una lenta danza circolare e tutti
fecero lo stesso. Imitavano ogni mio passo e mi sentii parte di loro e loro di
me stesso. Chiusi gli occhi e mi misi ad ondeggiare piegando le gambe e facendo
andare le braccia come un pendolo irregolare. Ebbi la sensazione di alzarmi da
terra e pensai di lievitare. Girai come un vortice e librai nell’aria, e rimasi
sospeso. Non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per non cadere e li tenni
chiusi fino a quando una mano morbida e profumata mi tolse la maschera dal viso.
Mi trovai disteso sull’erba col sole negli occhi e una mano sulla mia faccia.
La leccai senza motivo per scoprire il gusto, e sapeva di fragola. Tra le dita
intravidi un viso di ragazza coi capelli neri legati e una lunga coda che le
accarezzava una spalla. I suoi occhi marroni erano molto aperti e la sua bocca
si mosse per dirmi qualcosa che non riuscivo a sentire. Tolse la mano e
appoggiò la testa sul mio petto e si lasciò addormentare. Il cielo era azzurro
e il prato era immerso di fragole infinite. Dove mi trovavo? Se quello fosse
stato il paradiso, nulla avrebbe potuto farmi tornare indietro. Lei si svegliò
e mi prese la mano. Ci alzammo in piedi e mi sussurrò in un orecchio:
-
Ti piace?- Non lo so.
Era una risposta sbagliata dato che stavo bene, ma mi vennero quelle parole.
- Vuoi fare l’amore con me?
- Non lo so.
Anche questa era una risposta sbagliata dato che lei era decisamente desiderabile e bella.
- Chiudi gli occhi!
E lo feci.
- Tu conosci il mistero dell’universo?
- No.
- Il segreto te lo rivelo adesso, sei pronto?
Feci sì con la testa e mi baciò.
Quando aprii gli occhi, mi accorsi che la festa era finita e che la mia maschera era sempre la stessa.
Mi incamminai verso l’uscita, e una maschera identica alla mia, si avvicinò al mio orecchio, e mi sussurrò con la medesima voce della ragazza di prima, la stessa domanda:
- Allora, lo conosci il mistero dell’universo?
Guardai tra le fessure della maschera i suoi occhi marroni, e la riconobbi.
- Non lo so, ti ho detto!
- Il segreto dell’universo è adesso.
http://youtu.be/J3jrWVp2L7U
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