giovedì 26 giugno 2014

Intrattenimento


Usava il passato come passatempo. Pensieri orizzontali e verticali a schema libero. L’enigma era trovare gli incroci tra le caselle. Si mosse intorno e non si guardò neppure, aveva solo un punto dove concentrare il suo mondo. Il corpo si mise a contorcersi lievemente e si pose a terra come un filamento di lino abbandonato sull’erba. Prese contatto col terreno e coltivò la soluzione. Risolse l’intreccio e lo cancellò dalla memoria: la sua e quella delle circostanze. Riprese forma col respiro e diede sfogo al cuore di condurre la sua recita. Era nudo malgrado fosse vivo. Gli occhi si aprirono perché forse stavano socchiusi come persiane che non si spalancano da giorni. Fece un lento balzo in avanti rotolando raggomitolato, e scavalcò il filo sottile che lo legava al principio dei suoi tempi. Corse tra le betulle bianche sbattendoci le braccia, trovando una scorciatoia aperta alla sua disputa. Tolse ogni cosa e si librò nell’aria, lasciando frammenti di atomi indivisibili a mischiarsi con le lucciole sul grano.
- Che fai? – chiese il sole notturno.
- Intrattengo!
- Cosa? – chiese una luna spenta.
- Lo scricchiolio grezzo del rischio.
- Che cazzo vuol dire? – disse una voce fuori dal coro.
- Niente, mi è uscito solo questo.
Si spensero le luci e rimasero solo gli innumerevoli occhi accesi degli spettatori assenti.



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