mercoledì 4 marzo 2015

Lucy

 
 
Era caduta dall’alto di un precipizio. Si gettava sempre a corpo libero. Era la classica tizia che sveniva ai tuoi piedi. Non so perché fosse così bambola. Sembrava fuoriuscita da una collana spezzata, e come una perla, rimbalzava e rotolava tra le lenzuola.
- Mi hai abbindolata.
Lucy era fatta così. A letto perdeva sempre il filo o meglio il bandolo della matassa. Non ho mai capito quanto fosse sincera, ma se mentiva, mi piaceva molto come lo faceva.
- Dove siamo rimasti?
Era adorabile. Amavo la sua schiena quando si voltava, e la sua gamba nuda fuori dalla coperta. La faceva andare avanti e indietro, a semicerchio, come un tergicristallo rotto. La sua mano accarezzava la natica scoperta, e i suoi capelli sparsi sulle spalle, assomigliavano a ramoscelli d’ulivo simboli di pace e armonia. Tutta quella grazia era in casa mia.
- Toccami piano.
Mi stava mandando fuori di testa. Avevamo già dato tutta la notte, e ora che era mattina, la voglia non si era ancora consumata.
- Cosa trovi in me che… – le chiesi sottovoce.
- Hai un certo mood… sentimentale…
Non mi sono mai chiesto cosa fosse un mood, ma suonava bene come un sax.
- Lucy…
- Sì…
Girò solo la testa. Era adorabile.
- Lucy, tu non hai paura?
- In che senso?
A volte rispondeva con un’altra domanda. Lucy sapeva rispondere bene alle domande.
- Lucy, la paura alberga dentro di te?
- Solo se ha prenotato!  




http://youtu.be/sCQfTNOC5aE

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