- Dio quanto
sei bella!
Lei ebbe un
sussulto. Non si era accorta di me. La osservavo appoggiato alla porta. In quel
periodo fumavo qualche sigaretta. Era davanti allo specchio che si guardava
attenta. Aveva un aderente vestitino corto nero e i capelli le grattavano la
schiena nuda. Le gambe bianche erano troppo lisce, macchiate da una voglia di
caffè sotto il suo ginocchio destro. Al mattino la chiamavo “latte-macchiato”
mentre lei mi chiamava “zucchero”: mancava soltanto il cucchiaino. - Nessuno mi ha mai amata così! – mi disse mentre infilava le scarpe seduta sul letto.
Andai in cucina a spegnere la sigaretta. Tornai da lei che era pronta per uscire. Mi baciò sulla bocca e mi chiese:
- Non smettere mai di essere così!
Non dissi niente. Aprii la porta d’ingresso e la feci passare. Le sue scarpe facevano rumore. La guardai che scendeva le scale tenendo la mano sulla ringhiera. Aveva entrambi gli emisferi in armonia. Sapevo che l’avevo già persa, ma in quel momento era mia, solamente mia.
http://youtu.be/qwprrAEL9-E
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