martedì 3 marzo 2015

Ti sto sognando


Ti sto sognando. Sì, parlo con te. Ti sto sognando. Me ne sono accorto. Adesso. Stai sul lato opposto a guardare il soffitto. Abbiamo appena commesso un delitto. Abbiamo ucciso un mostro. Niente impronte, nessun indizio. Le mani sul collo. Abbiamo perso il controllo. Lo sai come sono i sogni, è inutile che te lo spieghi: un attimo prima sei a molare i coltelli e un attimo dopo sei a lavarti le mani sporche nei ruscelli. Siamo in pericolo. Ci potrebbero scoprire. Nascondo io il cadavere nel baule. Non ridere. Stai lì a far vibrare il tuo sterno dal ridere, a farmi notare le tue vertebre, che come tante radici sorreggono le montagne dalle frane, ora sono lì a far suonare i tuoi seni come le campane. Cos’hai da ridere se non abbiamo neanche fatto l’amore? Cos’hai da ridere se abbiamo appena mandato un brutto incubo al creatore? Ti sto sognando. Siamo nudi dalla testa ai piedi, troppo nudi per i nostri gusti, a noi che piace correre a nascondersi esausti, per non essere troppo protagonisti. Ora abbiamo spostato la testa e ci guardiamo la bocca. Taci. I nostri denti come barriere imprigionano la lingua ma non impediscono i baci. Ci siamo appiccicati. Ridiamo a crepapelle…
- Finiremo dietro le sbarre.
- Non ti distrarre.
- Le accuse sono gravi.
- Ho già buttato le chiavi.

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