Ti sto
sognando. Sì, parlo con te. Ti sto sognando. Me ne sono accorto. Adesso. Stai
sul lato opposto a guardare il soffitto. Abbiamo appena commesso un delitto. Abbiamo
ucciso un mostro. Niente impronte, nessun indizio. Le mani sul collo. Abbiamo perso
il controllo. Lo sai come sono i sogni, è inutile che te lo spieghi: un attimo prima
sei a molare i coltelli e un attimo dopo sei a lavarti le mani sporche nei
ruscelli. Siamo in pericolo. Ci potrebbero scoprire. Nascondo io il cadavere
nel baule. Non ridere. Stai lì a far vibrare il tuo sterno dal ridere, a farmi
notare le tue vertebre, che come tante radici sorreggono le montagne dalle
frane, ora sono lì a far suonare i tuoi seni come le campane. Cos’hai da ridere
se non abbiamo neanche fatto l’amore? Cos’hai da ridere se abbiamo appena
mandato un brutto incubo al creatore? Ti sto sognando. Siamo nudi dalla testa
ai piedi, troppo nudi per i nostri gusti, a noi che piace correre a nascondersi
esausti, per non essere troppo protagonisti. Ora abbiamo spostato la testa e ci
guardiamo la bocca. Taci. I nostri denti come barriere imprigionano la lingua
ma non impediscono i baci. Ci siamo appiccicati. Ridiamo a crepapelle…
- Finiremo
dietro le sbarre.- Non ti distrarre.
- Le accuse sono gravi.
- Ho già buttato le chiavi.
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