domenica 15 marzo 2015

Sesso

Intorno ai diciassette anni o giù di lì, giocavo a calcio e me la cavavo. C'era un mio compagno di squadra che aveva una sorella niente male: aveva il culo a mandolino e le puppe a pera. La notte la sognavo e la desideravo eroticamente sotto le coperte. Un giorno il desiderio diventò realtà e ne facemmo d'ogni... Nei giorni a seguire, una domenica, mentre mi sciacquavo i capelli dallo shampoo sotto la doccia, dopo una partita, suo fratello mi era accanto e mi accorsi che aveva anche lui lo stesso culo a mandolino e pensai:
- Niente male.
Nel giro di pochi secondi, tutto il mio sangue prese un'unica direzione.
Uscii dalla doccia di corsa e misi velocemente l'accappatoio. Tremavo come una foglia, e ripetevo nella mente:
- Nooooooo. Non sono frocio, dai, non sono frocio, nooooo.
Andai a casa e quella notte ebbi una serie di incubi. Il primo essere cacciato dalla squadra tacciato come un pederasta. Il secondo dieci sedute obbligatorie di elettroshock. Il terzo, e forse il più pericoloso, dieci sedute dal prevosto. Per fortuna la mattina seguente archiviai la cosa in modo naturale:
- Dai, hanno lo stesso culo.
Perché se avessi raccontato a un adulto questa vicenda in modo papale papale, oggi sarei stato vescovo per non dire cardinale

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