Era una
bambina che aveva smesso di parlare da molti anni. Si diceva che lo avesse fatto
perché tanto nessuno la capiva. L’ultima parola che disse fu... a pensarci bene
me la sono dimenticata. Se ne stava accanto a me sulla panchina e si guardava i
piedi che dondolavano come un’altalena. Nell’aria solo calore d’estate, vento
sulle foglie, rumore di catena.
- Cosa vedi?
– mi chiese all’improvviso puntando un dito nel cielo.- Ma tu parli? – chiesi anch’io sbalordito.
- Tu ascolti…
Non era vero!
- Allora, cosa vedi?
- Un lago rovesciato!
Lei si mise a ridere con tutto il fiato.
- Ma non vedi che c’è un cane!
- Morde?
- Dipende…
Si mise poi le mani conserte e fece girare i pollici come una turbina.
- Che fai? – domandai.
- Produco energia!
Da quelle piccole dita qualcosa accadeva. Dire cosa fosse era inutile capirlo.
- Sono nata per sognare, talvolta…
- Non smettere…
- Cosa? – mi chiese come se fosse ritornata da una giravolta.
- Di venire al mondo ogni volta.
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