martedì 1 novembre 2016

La Cri


La Cri non è turca. La Cri fuma come una turca. È un fiume in piena quando parla e le esce il fumo dalla bocca anche se non ha la sigaretta accesa. Ci si potrebbe scrivere un libro su le sue passate avventure, ma ne racconta così tante che uno poi se le dimentica. Però, a me una è rimasta impressa: cioè, lei ha un fratello che vive a New York in zona Manhattan, che non vede da 12 anni, e non ci vuole andare. Quindi, le ho chiesto il motivo.
- Hai paura di volare?
- Macché paura di volare…
- Soffri di claustrofobia?
- Macché claustrofobia…
- Hai timore di attentati?
- Macché timore di attentati…
- E cosa allora?
- Ma secondo te, io posso stare 12 ore senza fumare?
Proprio così, non va a New York perché non può fumare sull’aereo. Mi ha detto che ha provato ad andare da uno sciamano per indirizzarla, con la meditazione a occhi chiusi, a visualizzare un sogno lucido che durasse 12 ore, dove lei poteva fumarsi tutte le sigarette che voleva anche se non era reale. Lo sciamano le aveva assicurato che con un po’ di disciplina ci sarebbe riuscita. Ma dopo un mese di tentativi quotidiani si era ritrovata nel sogno lucido che non trovava mai l’accendino e si infervorava come una pazza isterica. Per colpa di quelle meditazioni, andava e veniva dalla realtà al sogno lucido, finché un giorno si trovò a Torino in piazza Castello senza sigarette, e non sapeva se era vero. Probabilmente le aveva perse da qualche parte o le erano scivolate dalla tasca. Erano le 23 e i tabacchini erano chiusi. In preda al panico cercò disperatamente un distributore automatico che non trovò, ma vide un autobus in moto, senza autista, il quale era sceso un attimo a controllare se aveva un gomma a terra. Lei ci salì di brutto e partì velocemente. Era il 5 sbarrato. Sfrecciava per la città e avendo fatto un percorso sicuramente diverso, ogni persona in attesa alla fermata, esclamava:
- Che ci fa il 5 sbarrato...
Vmmmmm
Quando arrivò a destinazione, quattro pantere della polizia erano già sulle sue tracce. Non riuscì a prendere le sigarette perché venne ammanettata e portata in questura.
- Datemi un sigaretta, cazzo! – urlava strattonando i poliziotti. Nessuno fumava.
Anche al commissariato non c’era un tabagista a pagarlo.
- Ma dove sono finita? Il tenente Colombo fumava e risolveva casi di omicidio. Cazzo! Siete degli incapaci.
- Vuole chiamare il suo avvocato?
- Io voglio chiamare il mio tabacchino!
Il commissario dopo due giorni decise di lasciarla andare con una multa salata, perché trattenerla lì sarebbe stato dura anche per loro, dato che lei aveva fumato le bellezza di 10 pacchetti di sigarette accendendone una dopo l’altra.
- Sono una giungla! – furono le sue ultime parole rivolte al commissario prima di uscire cantando a squarciagola “Smoke on the water”.
Il giorno dopo, in caserma, tutti i poliziotti iniziarono a fumare, in quanto – e lei questo non lo sapeva e non l’avrebbe mai saputo – erano degli ex fumatori che avevano smesso di fumare grazie a uno sciamano che aveva insegnato a tutta la combriccola il sogno lucido.




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