E poi sei lì al bancone del pesce a
prendere alcuni gamberoni e le sarde, immaginandole già gratinate col finocchio,
a farle saltare sulla padella con i fusilli con olio extravergine, tra un pizzico
di aglio e due pezzettini di peperoncino, sciacquati con mezzo bicchiere di
Gavi perché l’altro mezzo lo hai appena bevuto, ed ecco che si avvicina uno che
non vedevi da tempo, vestito come un notaio, che si è fatto una certa
onorabilità nel campo economico, sapendo che il suo lavoro non serve un cazzo
ma che conosce bene le pubbliche relazioni fatte di apericene e di cazzate
varie.
- Non te la passi poi così male.Ti giri e ti chiedi perché incontri sempre le persone sbagliate nel momento migliore, come se fossi una calamita di calamità naturali. Il suo dopobarba disturba i miei pesci che hanno la stessa faccia di questo imprevisto personaggio di grandi valori.
- Si tira a campare.
E lui che risponde sarcastico con risata a bocca aperta di denti perfetti e appena sbiancati.
- Io tiro a campari!
Ecco che subentra in me quella schiettezza immediata che a volte mi sorprende facendomi sembrare anche uno intelligente. Comprendo la persona che ho davanti sapendo d’istinto che dietro a tutta quella armatura di debole autostima si annida un ipocondriaco con possibili attacchi di panico.
- Da quand’è che non fai un elettrocardiogramma?
- Perché?
- Hai la pupilla destra dilatata.
E lui che cambia colore alla faccia e alla mia giornata.
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