mercoledì 19 febbraio 2014

Fiato corto


La sveglia era muta e lei si alzò di soprassalto. Ogni volta che era in ritardo dimenticava sempre qualcosa di importante: le chiavi, una penna, una sciarpa sul collo. Quando uscì di corsa dal portone pioveva e si ricordò che quella cosa importante doveva essere l’ombrello. Attraversò la strada senza copertura e un’auto frenò di colpo fermandosi ad un centimetro dalla sua paura. Rimase con la faccia incredula e le cadde la pila libri di mano, a ricordarle di cambiare quella scarica nella sveglia. Era una giovane insegnante al suo primo giorno di scuola, il suo battesimo in un mattino di pioggia. Mentre l’uomo nell’abitacolo gesticolava urlandole di tutto, lei osservò il parabrezza, il quale divenne uno schermo di un cinema all’aperto che trasmetteva una festa di compleanno. C’era la torta con le candele, la sua stirpe alle spalle e lei con i suoi occhi tutta da un’altra parte. Le scese una lacrima sul volto mischiata con le gocce d’acqua e fu risvegliata dal rumore del clacson che pretendeva la via. Un uomo si avvicinò e l’aiutò a raccogliere i libri, accompagnandola sull’altra sponda della strada, un Caronte inverso che la prendeva dall’inferno e la portava in paradiso rimanendo sulla terra.
- Grazie.
Lui non disse nulla, fece il gesto col cappello per salutarla e la lasciò lì sul ciglio girandole la schiena, allontanandosi con un passo incrociato tipico di un ballerino di tango.
Andò a scuola e fece l’appello. Tutti presenti e anche lei se per questo.
Alla sera quando a ritornò a casa, nel girare la chiave nel cancello, sentì una voce calda sulla schiena simile a quella di suo nonno…
- Esprimi un desiderio…
- Fatto!
- Adesso soffia anche se il fiato è corto.

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