domenica 25 gennaio 2015

Storia di un malcapitato 3

- Orsù, dunque… può un uomo sentirsi vittima delle ingiustizie terrene? Non sono, forse, le sue indecisioni a scaturire in lui quella sorta di vittimismo costante? Voi, viandante, che assomigliate a un profugo che fugge dalla vergogna, cosa vi porta in queste strade dove nessuno si interessa al vostro operato e vi mette alla gogna?
- Mi sto perdendo come si perde un topo nella fogna.
- Voi vi siete già perso....
- Questo dire è disonesto.
- Perché voi pensate che il mondo sia traditore. Non ce la farete mai a essere onesto.
- Non serve che io sia onesto e fedele, dato che nominandoli perdono subito di valore.
- Voi non fate quello per cui vi è stato chiesto di fare.
- E chi lo disse?
- L’universo con tutte le stelle.
- All’universo non interessa cosa faccio, a lui interessa come lo faccio.
- Beh, dopo questa vostra illuminante dichiarazione, io mi taccio.
- Diamine, parlate pure, cagnaccio.
- Voi mi offendete, malcapitato.
- Vi state sbagliando cavaliere, non è nelle mie corde.
- Invece voi risuonate come un diapason e distribuite onde con in mano la spada della disciplina. Pensate di uscire dalla vergogna ripetendo ogni giorno quello che siete?
- Orsù, dunque… Voi mi dite che la vergogna è una falsa interpretazione della mente?
- No, messere. La vergogna è nella gente…
- Finitela con questa pantomima e ditemi cosa vi spinge a parlare di essa?
- Nulla. È la vostra faccia che me l’ha ricordata.
- Ora mi offendete voi, cavaliere!
- Avete ragione, ma non posso far altro, dato che voi siete un malcapitato.
- Sei io sono un malcapitato, voi chi siete?
- Il vostro mestiere.
 


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