domenica 15 febbraio 2015

Cisco

Cisco era fatto così. Se un tizio gli andava incontro incazzato, lui gli tirava un cazzotto. A quei tempi era meglio fare così: se dicevi due parole di troppo ti ritrovavi per terra col naso rotto. Lui non se lo poteva permettere, dato che era uno tosto, con le mani grandi come il cuore; sì, perché sapeva essere anche un sentimentale. Infatti, aveva una calma zen che era meglio non stuzzicare. Aveva anche un sacco di tatuaggi di draghi e serpenti nelle braccia e sulla schiena, e possedeva un’Harley Davidson nera. Per comprarsela non uscì di casa per dei mesi, facendo anche doppi turni di lavoro, oltre al buttafuori nelle discoteche i fine settimana.
Cisco era fatto così. Non aveva mezze misure. Un’estate al mare facemmo venti giorni di vacanza: lui ne fece dieci senza mai andare a dormire e dieci dormendo venti ore al giorno.
Lo conobbi al Bar dello sport durante una partita di pinacola.
Di solito, quelle lunghe serate a giocare a carte fino alle due di notte, iniziavano così:
- Manca un quarto!
E quella sera mi presentai io. Un po’ mingherlino e un po’ timido.
Cisco mi squadrò e mi chiese:
- Sei capace?
- Un po’…
- Mah! (Era di poche parole).
Non era molto sicuro, ma dato che non c’era nessun altro, decise che per quella sera potevo anche andare bene io. Uscimmo in coppia e lui storse il naso, come per dire che si era preso il pivello come socio. Gli feci vincere ventimila lire, e ne fu molto felice. Quella sera vidi così tanti jolly, che uno dei due avversari, detto: “Ce il lungo”, sbatté pugni sul tavolo urlando, in piemontese, furibondo:
- Te pii cul che anima! (Hai più culo che anima!)
Da quel giorno, io e Cisco, diventammo amici.
Oggi l’ho rivisto con qualche anno di più. Non è per nulla cambiato, anzi, sembra ringiovanito.
- Prendiamo un caffè?
- Dai.
- Che fai nella vita?
- Un cazzo!
- Anch’io.
- Ti ricordi di quella volta al mare quando parlammo della vita?
- Certo, che me la ricordo.
Quella notte discorremmo dell’amicizia, del cielo stellato, delle donne e del futuro. Oggi non siamo diventati quello che avremmo voluto essere, ma quella notte, credetemi, siamo stati migliori. Eravamo avanti, sognatori, e ci sentivamo bene, con la voglia di cambiare il mondo.
Cisco era fatto così. Sapeva picchiare, è vero, ma ha sempre rotto il naso ai coglioni, e non si è mai sbagliato.
Cisco è figlio unico. Suo padre ha dei lunghi baffi e gli vuole bene, come ha voluto bene a sua madre. Ha sempre messo tutto se stesso per loro.
Non la dà a vedere ma vuole bene a tutti, anche agli stronzi.
La sua canzone preferita è di Gino Paoli.
Cisco è fatto così. È uno che sa amare a modo suo. Anni fa, fece anche il prestigiatore.
Il suo cognome è Vagina, guai a prenderlo per il culo.
 

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