martedì 17 febbraio 2015

L'appuntamento

- Ciao. Mi chiamo Gina.
- Davis?
- Chi?
- Scherzo!
Era uno scambio di sms. Non sapevo chi fosse Gina, non l’avevo mai incontrata. Incominciai a conoscerla bene con le sue assenze. Cioè, nel senso che Gina mi dava appuntamenti senza presentarsi. Una volta mi mandò sulle scale di una chiesa alle due di notte, un’altra in cima alla collina della città dove si vedeva il panorama. Non si presentò mai. Dopo la decima volta presi a farmene una ragione, anzi, speravo non venisse più, dato che l’avevo immaginata sempre in modo diverso un centinaio di volte, facendomela diventare sempre più bella. Non volevo scoprire che poteva essere una delusione. Avevo la percezione che lei mi guardasse di nascosto, in qualche luogo non distante, magari con un binocolo. Un giorno però, sulle strisce pedonali, un posto inusuale per un appuntamento, si presentò Vivian, una sua amica di lungo corso.
- Senti, Gina ha mandato me. – mi urlò in mezzo alla strada tra i rumori dei clacson di autisti furibondi.
Le feci presente che forse era meglio spostarsi, e acconsentì, e ci dirigemmo verso una panchina.
- Vaffanculoooo! – sbraitò verso di noi un tizio abbassando il finestrino col dito medio in evidenza.
Ci sedemmo e ci guardammo come due bambini scappati di casa. Lei aveva i capelli biondi e io gli occhi azzurri.
- Gina è fatta così –, mi disse.
- Non sarà mica un cecchino? - chiesi con timore.
Vivian si mise a ridere di cuore.
Fu così che, da quel giorno, io e Vivian ci frequentammo per molto tempo, fino a quando non facemmo l’amore in un vigneto, il classico luogo d’appuntamento di Gina. Quel giorno di sole non resistetti agli occhi di Vivian, che assomigliavano a due vasi comunicanti di laghi artificiali. Infatti, ci scambiammo l’acqua con la bocca e il sangue coi genitali.
Dopo quel giorno, però, Vivian sparì, e Gina smise di scrivere.
Ero affranto. Avevo probabilmente distrutto la loro amicizia. L’avevo veramente fatta sporca.
Passarono alcuni mesi, poi mi arrivò un sms, mentre percorrevo la via centrale tra i portici e i negozi.
- Girati.
Mi girai di scatto, e vidi Vivian con un gran pancione. Rimasi a bocca aperta e feci una domanda idiota.
- E Gina?
- Sì, è una femmina.

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