venerdì 6 febbraio 2015

La ragazza che leggeva ogni cosa

Era una ragazza curiosa perché leggeva ogni cosa: le scritte sui muri con la vernice, le promesse sulle panchine di legno con le lame dei coltelli, i cartelli, i manifesti pubblicitari e i suoi libri nella borsa tra le bollette e i trucchi. Stava attenta a tutti gli annunci dei giornali, ai titoli in prima pagina, ai titoli di coda, ai menù nei ristoranti. Così facendo aveva sviluppato una memoria di ferro. Conosceva date, prezzi, eventi e ogni sorta di informazione. L’unica ...cosa che non voleva che le si chiedesse era un’opinione. Lei non giudicava, in quanto lo riteneva una perdita di tempo. Non faceva quegli arzigogoli discorsi che si usa fare quando ci si infervora per l’andamento del mondo e delle cose, perché a lei interessava solo raccontare. Era innamorata delle parole.
- Mi scusi!
Le si avvicinò un uomo mentre lei leggeva un necrologio.
- Lo conosce? – chiese ancora l’uomo.
- Sì.
- Era una brava persona…
- Sì.
Calò il silenzio. Si guardarono per un attimo e scorsero un reciproco imbarazzo. Poi le fece per andare via quando si accorse che l’uomo aveva due scarpe differenti e la cerniera aperta dove usciva un pezzo della camicia. Lei iniziò a ridere come non aveva mai fatto. Rise di gusto fino allo sfinimento. Anche lui rideva in modo sussultorio ma meno intenso.
- È due mesi che le sto attorno, non sapevo come farmi notare.
- Mi creda, ci è riuscito. Però adesso rimetta in ordine la camicia.
E continuò a ridere fino a piangere mentre lui si tirava su la cerniera.
- Senta le va di mangiare un boccone?
- Certo, mentre andiamo le parlo del menù partendo dagli antipasti.
- Perché ha accettato?
- Perché da oggi mi sono innamorata dei gesti.


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