martedì 4 ottobre 2016

Vita


Fine era il suo modo di stare raggomitolata.
Intrecci, fili spinati negli abbracci.
Zona recintata, i denti la tronchesina,
spezzare il ferro dall’emoglobina.
Un varco, passarci sotto,
ad ogni graffio una penitenza per un gioco perverso.
Strapparsi la carne dalla fretta,
togliersi la pelle troppo stretta.
Linfa che scorre nell’imperizia,
il cuore divide il bene dal male,
un misto di nutrimento e immondizia,
il respiro cambia canale.
- Dove trovi le parole?
- A cazzo, su google!
- Sembri Burroughs.
- Io non ho la scimmia sulla schiena.
- Dove eravamo rimasti?
- Al respiro che cambia canale.
- Continua…
Oh, vita così magra,
tutta pelle e ossa,
mangia qualcosa,
la tua debolezza m’inquieta.
Ogni parola un pezzo di pane,
ogni rima l’acqua per dissetare,
adesso ti prendo in braccio e ti metto a letto.
- Dammi un bacio!
- Dopo, ora spengo tutto.
- Sono forte sai?
- Presto ti riprenderai.


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