sabato 4 ottobre 2014

Pelle

Lei aveva la cravatta nera, una camicia grigia, le gambe magre e il culo a mandolino. Aveva i capelli color biondo con le sfumature scure. Trottava tra i tavoli del locale a servire brandy. Lui stava appollaiato in un angolo a fissare ulivi dentro enormi vasi. Lei si prese una pausa e si sedette al suo tavolo. Fecero alcune parole di circostanza, poi fumarono una sigaretta in due. Lui le disse che per lei sarebbe stato la neve in inverno, la pioggia in primavera, il sole d'estate e le foglie in autunno. Lei rispose di non esagerare perché si rischiava di essere banale. Lui non disse niente, anche se sapeva che le parole semplici funzionano solo se si trovano i tempi giusti. Era una questioni di tempi, e lui le prese la mano, e lei lo lasciò fare. Si toccarono il dorso col pollice e scoprirono che era per entrambi ruvido.
- Ci metti qualcosa sulla tua pelle? - lei chiese.
- Sì! - lui rispose.
- Cosa? - chiese ancora incuriosita.
- Io sulla pelle metto pelle.
La sigaretta finì come finiscono le stelle.
 

Nessun commento:

Posta un commento