sabato 18 ottobre 2014

Sum ergo cogito

Io non penso. Oddio, diciamo che il pensiero cartesiano “cogito ergo sum” non mi appartiene, mi appartiene l’esatto contrario. Ci sono tecniche per alleggerire i pensieri, e una di queste, è ascoltare il respiro. Ieri sera ero in un locale e, guardandomi intorno, ho visto una ragazza carina, come ce ne sono tante. Mi piacevano i suoi modi, mi piaceva com’era vestita, mi piaceva il suo viso. C’erano già molte cose che mi piacevano di lei. Assomigliava a Rosanna Arquette nella ...versione del film "Cercasi Susan disperatamente". Ha catturato la mia attenzione e ho cominciato a pensare a cosa avrei potuto dirle per conoscerla. Bene, ho pensato troppo e ho perso l’immediatezza. Quindi, non ho fatto alcun passo, come spesso succede, e me ne sono stato lì a rimuginare con i miei pensieri. Poi, però, mi sono messo ad ascoltare il mio respiro e qualcosa è successo. Quando mi sono alzato si è alzata anche lei, nello stesso istante, come se una forza invisibile ci avesse dato un pizzicotto nel sedere, e ci siamo incrociati. Ci siamo guardati con intensità, con attenzione e con cura. È durato pochissimo, ma tutto quello che i miei occhi hanno visto in quello spazio-tempo non si può descrivere a parole. Tutto questo perché non ho pensato, ho solo fatto attenzione.
 

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